Avrebbero bussato a decine di citofoni e accelerato ripetutamente con i potenti scooter: poi avrebbero puntato le armi verso l’alto e sparato diversi colpi, interrompendo la pace nel quartiere, per poi scappare via.
E’ quanto avvenuto nella serata di ieri, tra le ore 21 e le 22, al rione “Ponte Persica” tra Castellammare di Stabia e Pompei.
L’episodio è chiaramente riconducibile ad una “stesa” di camorra, sistema utilizzato dalla criminalità organizzata per lanciare messaggi a gruppi avversari, ai residenti del posto, per simboleggiare il predominio su un’area o su un rione. In questo caso parliamo del quartiere Ponte Persica, da sempre roccaforte della potente cosca dei “Cesarano”.
Quella della stesa è una modalità nota soprattutto a Napoli, utilizzata dai giovani affiliati ai clan, e scarsamente utilizzata nella provincia sud. Anche questo è un elemento che verrà approfondito dai carabinieri della stazione di Pompei che sono giunti sul posto per effettuare tutti i rilievi del caso.
Nel corso del raid nessuno sarebbe rimasto ferito: i militari avrebbero repertato bossoli, circa dieci, riconducibili a diverse armi da fuoco. L’obiettivo degli inquirenti è capire quali equilibri si stanno incrinando sul fronte criminale tra Castellammare e Pompei. A chi era indirizzata l’azione dimostrativa di ieri?
Il clan Cesarano, dedito soprattutto al racket, è da molto tempo “in pace” con le altre organizzazioni criminali dell’area, cosca dei “D’Alessandro” compresa, con legami saldati da vincoli di sangue e reciproche collaborazioni. Recenti inchieste di Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli e carabinieri della compagnia di Castellammare hanno però di fatto “decapitato” il clan.
L’operazione “Easy Mail” e il successivo arresto del capoclan latitante Nicola Esposito alias “‘o mostro” che si nascondeva proprio a Ponte Persica, avrebbero fatto sì che il potere passasse nelle mani di personaggi di secondo piano.