L’Acropoli di Atene dice “no” alla sfilata “Gucci”: Torre Annunziata propone gli Scavi di Oplonti

L’Acropoli di Atene dice “no” alla sfilata d’alta moda di “Gucci”? Il segretario del Partito Democratico di Torre Annunziata propone un’alternativa alla casa di moda: gli Scavi Archeologici di Oplonti.

“Il nostro sito archeologico – ha spiegato il segretario dei democratici Ciro Passeggia – si presterebbe benissimo ad ospitare l’alta moda di un marchio importante, sarebbe un’occasione culturale e artistica per la nostra città. Spero che possa davvero essere presa in considerazione”.

Torre Annunziata si inserisce così nella polemica delle scorse ore riguardante proprio la “proposta” di Gucci alle autorità greche. “Indecente”: così è stata giudicata dal direttore del museo dell’Acropoli di Atene, Dimitris Pantermalis, la proposta di Gucci per la sfilata d’alta moda.

Non sarà la seppur profonda crisi economica a piegare lo spirito ellenico e a cedere, per diversi milioni di euro in restauro, il Partenone e ad adattarlo a passerella d’haute couture per 900 secondi. Simbolo della culla della democrazia e dichiarato patrimonio culturale Unesco, per il Consiglio centrale archeologico greco “sarebbe un’umiliazione se fosse utilizzato solo come sfondo per una sfilata di moda”.

Risulta così inconciliabile agli occhi dei greci la bellezza classica ed eterna della rocca che domina la capitale e l’effimero splendore dei capi Gucci, in voga una sola stagione.

Di tutt’altro avviso è il segretario Pd di Torre Annunziata Ciro Passeggia, che, dopo il plateale rifiuto greco, ha dichiarato di voler scrivere una lettera alla maison fiorentina per proporre gli Scavi di Oplonti. “Il nostro sito archeologico – ha spiegato – si presterebbe benissimo ad ospitare l’alta moda di un marchio importante, sarebbe un’occasione culturale e artistica per la nostra città. Spero che possa davvero essere presa in considerazione”.

Dunque, l’area archeologica di Torre Annunziata, considerata dal 1997 insieme a quella di Pompei ed Ercolano patrimonio dell’umanità Unesco, sarebbe utilizzabile anche per un risaputo evento elitario, ma conveniente dal punto di vista economico. “La Villa di Poppea – ha concluso – sarebbe la cornice perfetta e potrebbe rappresentare un’importante trampolino di lancio per unire la storia oplontina a quella dell’alta moda internazionale”.

Roberta Miele

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