Diede fuoco alla compagna: falso pentimento, niente sconto di pena per Pietropaolo

E’ un falso pentimento quello di Paolo Pietropaolo, il 41enne che il primo febbraio dello scorso anno diede fuoco alla ex compagna Carla Caiazzo, 38 anni, incinta all’ottavo mese.

E con questo convincimento che il gup del Tribunale di Napoli Egle Pilla ha emesso la sentenza nella quale non si riconoscono a Pietropaolo le attenuanti generiche. Il suo è un pentimento insincero, che mirava unicamente a uno sconto di pena.

Carla Caiazzo, partorì la figlia in ospedale dove era stata ricoverata per ustioni gravissime in tutto il corpo.

Paolo Pietropaolo

L’imputato è stato condannato il 23 novembre 2016 a 18 anni di reclusione, tre in più rispetto alla richiesta avanzata dai pm Raffaello Falcone e Clelia Mancuso.

“Il pentimento di Pietropaolo – scrive il gup nella sentenza – non è autentico. Sicuramente l’imputato ha immediatamente compreso l’inaudita gravità della sua condotta, ma non è mai realmente maturata nel suo animo una reale riprovazione per il gesto da lui compiuto”.

“La condanna inflitta a Pietropaolo che non ha esitato a dare fuoco per motivi di insana gelosia alla compagna mentre aspettava la loro stessa figlia – avevano commentato il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il consigliere metropolitano Paolo Tossi (consigliere comunale di Pozzuoli) – è  giusta per chi ha commesso un reato gravissimo che sebbene non ha portato alla morte della vittima le ha segnato per sempre l’esistenza.

Onestamente ci saremmo aspettati una sentenza ancora più dura.

Nel nome di Carla Caiazzo la Regione ha aperto un fondo a disposizione delle vittime di violenza sulle donne: ora bisogna continuare ad alimentare quel fondo e al tempo stesso mantenere alta la guardia  per evitare che tragedie simili si ripetano”.

Pietropaolo nella stessa sentenza era stato interdetto a vita dai pubblici uffici  con sospensione della potestà genitoriale. La famiglia di Carla spera solo che presto la donna possa lasciarsi alle spalle un dramma che solo per miracolo non si è tramutato in tragedia.  Mamma e figlia strappate alla morte dalla professionalità e dell’abnegazione dei medici che sono prevalse sulla follia di un uomo che non ha esitato ad infierire con ferocia su una donna che amava e sulla sua stessa creatura.

Alfonso Maria Liguori

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteA Striano la prima led station della Circumvesuviana
SuccessivoNapoli, candidati a loro insaputa: cinque ore di interrogatorio per Gennaro Mola
Il giornale “il Gazzettino vesuviano”, fondato nel 1971 da Pasquale Cirillo e attualmente diretto da Gennaro Cirillo, si interessa principalmente delle tematiche legate al territorio vesuviano e campano; dalla politica locale e regionale, a quella cultura che fonda le proprie radici nelle tradizioni ed è alla base delle tante associazioni e realtà che operano sul territorio.Siamo impegnati a garantire la massima qualità e la massima integrità nel nostro lavoro giornalistico. Ci impegniamo a mantenere alti standard etici e professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la nostra indipendenza e la nostra imparzialità.Il nostro obiettivo è quello di fornire ai nostri lettori notizie e informazioni affidabili su una vasta gamma di argomenti, dalle notizie di attualità ai reportage approfonditi, dalle recensioni ai commenti e alle opinioni. Siamo aperti a suggerimenti e proposte dai nostri lettori, e ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la nostra community.