“È sempre troppo tardi per le dimissioni di Ignazio Visco, governatore della Banca D’Italia, e di Giuseppe Vegas, presidente della Consob”, è il commento dei deputati Cinquestelle riguardo agli sviluppi del processo romano d’appello sul crac Deiulemar. La compagnia di navigazione di Torre del Greco è accusata di aver provocato un buco di 800 milioni di euro ai danni di tredicimila risparmiatori. Dalle indagini risultano coinvolti anche istituti quali Unicredit, Cariparma e Mps per gli spostamenti di danaro in favore degli armatori.
“Il coinvolgimento di molti grandi gruppi bancari nazionali nella vicenda giudiziaria legata alla Deiulemar, la ‘Parmalat del mare’, dimostra che siamo di fronte a un sistema che vendeva e acquistava ‘Fontane di Trevi’ con i nostri soldi e con la complicità del sistema finanziario”.
“Ora emerge pure l’ipotesi di riciclaccio e non è coinvolta nell’indagine solamente la Banca di credito popolare – spiega Luigi Gallo, parlamentare M5S che segue la vicenda. Ormai si riesce difficilmente a distinguere l’operato di governi, partiti, intermediari del credito, istituti di vigilanza e imprenditoria stracciona: sembrano tutti legati da un unico sodalizio”.
“Se le ipotesi accusatorie fossero dimostrate sarebbe evidente che gli obbligazionisti Deiulemar sono rimasti schiacciati in un enorme meccanismo truffaldino su cui l’intero apparato dei regolatori bancari e finanziari italiani ha chiuso vergognosamente non uno, ma entrambi gli occhi”.
Gli fanno eco i colleghi grillini che vantano la lungimiranza del movimento che sin dal 2013, anno dell’accaduto, ha chiesto una commissione d’inchiesta sul caso. “Abbiamo acceso un faro in Parlamento sugli illeciti e sulla scarsa vigilanza con una raffica di atti di sindacato ispettivo, per gran parte dei quali aspettiamo ancora una risposta – concludono Gallo e i colleghi M5S della Commissione Finanze – Adesso appaiono, dunque, delinearsi le varie ramificazioni di un sistema in cui tutti gli elementi si tengono”.