I due stabiesi furono, infatti, bloccati ai caselli autostradali di Castellammare con quaranta kg di frutti di mare “proibiti” pescati a Vico Equense; con loro c’era tutto l’equipaggiamento necessario per devastare la costa
«Il mare è fonte di vita – ha aggiunto – ed è anche un importante asset per la nostra economia, è una risorsa per uomini e imprese. Saccheggiarlo, distruggerlo con minicariche esplosive o con bombe di profondità significa compromettere ben più di un tratto di spiaggia o un costone di roccia».
«Il rilancio del comprensorio sud della provincia di Napoli a livello turistico non si lega solo alla buona reputazione dei percorsi enogastronomici, alle bellezze naturali e al suo passato storico-archeologico – ha concluso la Donadio – ma anche al modo in cui viene tutelato e salvaguardato l’habitat. Le Istituzioni e i cittadini possono fare molto per rafforzare una nuova coscienza civica». E’ chiaro l’appello anche alla coscienza dei potenziali clienti dei due ragazzi-datterari di Castellammare che non si rendono, evidentemente, conto della gravità delle loro azioni.