Una brutta storia quella di Terme di Stabia, una partecipata che si è ritrovata ad essere dichiarata in liquidazione senza che il consiglio comunale dell’epoca, guidato dal sindaco Cuomo, potesse discutere e confrontarsi sull’argomento che ha, da sempre, rappresentato l’icona della città di Castellammare.
“Una amministrazione – spiega Carlo Carrillo ex dirigente del Pdl locale ed attuale aderente a FI -, quella del centrosinistra di Pannullo, che mostra tutti i propri limiti progettuali nell’elaborare una proposta credibile e seria per il reale rilancio del termalismo e benessere, ma solo ed esclusivamente un progetto finalizzato ad impiegare le strutture, quelle di Antiche Terme e quelle del Solaro, quali immobili da destinare ad attività ludiche e di ristorazione.
Le opposizioni, unite sulla problematica, hanno presentato un progetto serio, credibile e fattibile per rilanciare le attività termali, salvaguardando i livelli occupazionali del settore, nel tentativo di recuperare al “Pil cittadino” l’importante fatturato derivante dall’espletamento delle cure, dell’indotto commerciale ed alberghiero che hanno registrato una perdita totale di circa quindici milioni di euro per la nostra città, considerando che con la ripresa della Fisiochinesiterapia potrebbero, in partenza, contare già sull’accreditamento previsto nel decreto 90 del 5/9/2016”.
“Gli stessi lavoratori – prosegue Carrillo – hanno comunque formulato una proposta di ripresa del Termalismo tramite la società Sint, partecipata del Comune e proprietaria degli immobili termali, che al momento pur avendo una situazione economica non brillante, potrebbe fungere da volano per la ripresa del termalismo. La Regione, con De Luca, sarebbe d’accordo, il sindaco davanti a questa ipotesi si è mostrato disponibile almeno in Regione, ma in quel di Castellammare trova evidentemente resistenze politiche locali ed è quindi condizionato in tal senso.
Il gruppo regionale di Forza Italia, al fine di agevolare la realizzazione di questa opportunità, ha presentato due emendamenti attraverso il proprio capogruppo in consiglio regionale Armando Cesaro che, se approvati, potrebbero creare le condizioni economiche nella disponibilità di risorse per consentire alla Sint di poter ripartire con un progetto di rilancio del termalismo in modo concreto. Tanto potrebbe accadere nell’ipotesi prescritta, ove verificheremo anche la “volontà politica” del Pd regionale (oltre che della maggioranza che lo sostiene) al fine di poter consegnare nelle mani del Sindaco Pannullo, e dell’amministratore unico di Sint, quelle risorse di cui ne invocano la carenza, ed, allo stesso tempo, di realizzare quel progetto di rilancio del termalismo che Vanacore, sulla sede del Pd stabiese, presente Assunta Tartaglione, stampa e lavoratori, affermava di poter mettere in campo già dal giorno dopo, ossia aprile 2014, previa autorizzazione e delega dell’allora amministrazione Cuomo”.
“In mancanza di questi requisiti – conclude Carrillo -, la morale di questa amministrazione ci induce a pensare che, a loro avviso, sia molto meglio ripartire con un ristorante o rosticceria, al posto e negli stessi luoghi ove si svolgevano attività termali, perseverando in tal modo nello “Stupro aggravato e continuato” della storia del fu il tanto rinomato termalismo stabiese.”