Abbiamo parlato bene di Lettere e abbiamo strigliato il Comune là dove andava strigliato.
Abbiamo scritto solo un mese fa della periferia del paese letterese, nello specifico di quanto via Santa Maria la Lama sia un rincorrersi di buche, di testimonianze di vetusti interventi eseguiti in malo modo che una prima pioggia sbugiarda palesemente. Ci tocca ritornare sull’argomento, e non per registrare che a distanza di un mese nulla è stato fatto, la qual cosa non dovrebbe, seppur venisse fatta, far storcere naso e bocca, creare fastidi, disapprovazioni.
Ritorniamo sul tema delle buche, delle fosse nella via la Lama, per sottoporre all’attenzione del lettore che, non solo tutto è così come lo lasciammo, ma che i cigli della strada si stanno colorando anche di tutte le sfumature che un sacchetto di monnezza può avere. Cumuletti di buste appallottate e lasciate lì, carcasse di elettrodomestici scaricate abusivamente dove la strada si allarga; pneumatici, elementi di divani, secchi, ante di mobili, bottiglie di plastica, contenitori in polistirolo per piantine, tubi e altro ancora.
Tutto ciò, come le buche onnipresenti, a pochi metri dalle abitazioni e dalle officine, beninteso, che si suppone versino regolare tassa per lo smaltimento dei rifiuti. Paradossale la presenza di una telecamera, evidentemente non in funzione, proprio dove la discarica si infittisce e presenta la sua variegatura migliore. Il minaccioso cartello “Area sottoposta a videosorveglianza” sarà stato messo lì per carnevale, per fare solo uno scherzetto.
Le intenzioni deterrenti non hanno funzionato, cara Lettere. Non solo gli scellerati minacciano l’ambiente, lasciando in strada rifiuti altamente inquinanti, ma lo fanno proprio dove l’amministrazione ha pensato di installare un sistema di videosorveglianza così, alla carlona, alla buona. E’ come mettere fuori al cancello il cartello “Attenzione al cane” e presentare un esercito di quattro zampe in terracotta e sorridente.
Alla pubblicazione dell’articolo, del mese scorso, sulle sole fosse in via la Lama, qualcuno commentò “Tutto questo per due buche?”, quasi come se il dissestamento di una strada comodissima e frequentata da pedoni, auto e scooter, potesse ombrare sui recenti successi, anche dai giornali riportati, delle scelte del Comune.
Ci si rende conto della pedissequa devozione verso un concetto politico, verso la figura istituzionale che rappresenta la comunità di Lettere, ma disinteressarsi di quanto vada ancora fatto, non farà risultare il buono fatto ancora più luccicante. Potrebbe essere, ad esempio, un punto di partenza su cui puntare per la prossima campagna elettorale, magari. “Ricominciamo dalle periferie”, “Nessuno è solo” potrebbero essere slogan su cui investire, ad esempio.
Certo, potrebbero spuntare commenti alla “E che sarà mai? Una fossa qua, un sacchetto della monnezza là, una carcassa di televisore più avanti. Tutti li hanno”.
Si possono seguire pedissequamente andamenti e istruzioni. Ma non sembra che tutto sempre funzioni.
Anna Di Nola