Piazza Garibaldi, corso Novara e le traverse attigue alla stazione centrale di Napoli: miserabile scenario di incuria e testimonianza inequivocabile di un’emergenza igienico-sanitaria senza precedenti.
Come documentano le foto ex distributori di benzina, già sommariamente recintati e in pessimo stato di conservazione, sono stati trasformati in toilette pubbliche, dormitori per extracomunitari e oasi di rifugio per tossicodipendenti.
Il tanfo emanato da queste pompe di benzina abbandonate è nauseabondo: vergognoso lo spettacolo offerto ai turisti che sovente si fermano per fotografare allibiti tali oscenità. Sul piede di guerra i residenti che attraverso associazioni volontarie continuano a inviare denunce dettagliate alle istituzioni competenti denunciando l’emergenza sicurezza, l’area è perennemente ostaggio di borseggiatori, truffatori, pusher e rapinatori, e lo stato di abbandono in cui versano le principali arterie dei luoghi in oggetto.
Le forze dell’ordine fanno quello che possono per arginare il guano che inquina la zona penalizzate da un organico insufficiente e un supporto logistico inadeguato. Un dedalo di viuzze con i nomi delle principali città italiane trasformate in mercati abusivi gestiti da cittadini stranieri, oasi per la più miserabile forma di prostituzione (donne di colore si concedono in modo completo per 30 euro ai clienti) e droga shop operativo h24.
Non comprendiamo allora di quale realtà parli il sindaco di Napoli Luigi de Magistris quando accenna pubblicamente alla ripresa socio-economica della città, alla crescita qualitativa di una comunità che invece sembra implodere sotto il peso di endemiche disfunzioni e lassismi istituzionali ad ogni livello.
Negare tale evidenza equivale ad offendere l’intelligenza e la dignità degli onesti partenopei. Altrimenti saremmo costretti a pensare che la città sia definitivamente divisa in zone di serie A, B e C: massima attenzione da parte del governo locale per le zone “in” di contro alla filosofia del “si arrangino” o peggio del “provveda lo Stato” adottata dal palazzo di città nei confronti della cosiddetta Napoli popolare.
Adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione: non ci stancheremo mai di evidenziare le reali carenze partenopee che qualche politico continua inspiegabilmente a sottovalutare.
Alfonso Maria Liguori