Inchiesta “Consip”, mozione di sfiducia per il ministro Lotti: “Non ho mai conosciuto Alfredo Romeo”

Sbotta sui social network il ministro Luca Lotti in merito alla vicenda “Consip”, che ha portato nelle scorse ore all’arresto dell’imprenditore campano Alfredo Romeo, e alla conseguente mozione di sfiducia presentata contro di lui dal Movimento 5 Stelle.

“Ora basta. – ha scritto Lotti su ‘Facebook’ – Se qualcuno pensa di far passare il messaggio che siamo come gli altri, che tutti rubano alla stessa maniera, ha sbagliato destinatario. Noi siamo gente seria e per bene. Abbiamo governato per anni Firenze e l’Italia senza farci trascinare nel fango. La verità non ha paura del tempo e noi abbiamo pazienza e forza per sopportare la vergognosa campagna di queste ore”.

Poi giù contro i grillini: “Il Movimento 5 Stelle – ha precisato il ministro – ha presentato nei miei confronti la mozione di sfiducia. Si parla di tangenti, di arresti e di appalti. Tutte cose dalle quali sono completamente estraneo. Per essere ancora più chiaro, mi rivolgo direttamente agli esponenti dei 5 Stelle, non mi occupo e non mi sono mai occupato di gare Consip, non conosco e non ho mai conosciuto il dottor Alfredo Romeo”.

Una stoccata decisa di Lotti contro chi, come si si legge tra le righe, tenterebbe ad ogni costo di coinvolgere in una vergognosa vicenda un onesto rappresentante del Governo completamente estraneo a qualsivoglia intrallazzo o “sistema” (si era parlato di sistema Romeo) di corruzione.

 La verità – ha spiegato Lotti – è che due mesi fa mi hanno interrogato su una presunta rivelazione di segreto d’ufficio. Si tratta di un reato che si ripete tutti i giorni in alcune redazioni ma che io non ho mai commesso. Lo ripeto con forza e sfido chiunque oggi dica il contrario ad attendere la conclusione di questa tanto paradossale vicenda.

Il processo si celebri eventualmente nelle aule dei tribunali e non sui giornali: contano gli articoli del codice penale non quelli dei quotidiani. Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere”. Veramente da “ridere” in questa brutta storia c’è veramente poco.

Una escalation di accuse e rivelazioni che si allarga a macchia d’olio coinvolgendo alte cariche dello Stato e politici risucchiati nel vortice del sistema di Alfredo Romeo con incredibile velocità. Potremmo essere ancora alle battute iniziali di un vero e proprio terremoto all’interno della politica e dell’imprenditoria “che conta”: per molti una “tangentopoli bis” che proverebbe vergognosamente come il tempo passi ma nulla muti nel Paese di Dante.

Alfonso Maria Liguori

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