“La politica vuole trasformare i complessi delle Nuove e delle Antiche Terme in un grande ristorante”. Gli ex lavoratori della municipalizzata fallita “Terme di Stabia spa” hanno attaccato nuovamente l’amministrazione comunale di Castellammare di Stabia.
Gli ex termali hanno diffuso nelle scorse ore una nota dal titolo pesantissimo, ovvero “Lo stupro del termalismo stabiese”, firmandosi come “I lavoratori termali licenziati il 22 luglio 2015”.
Si tratta di un nuovo affondo dopo le polemiche delle scorse settimane tra mancanza di risposte, progetti inadeguati, a loro dire, per il futuro degli stabilimenti, e il dossier fotografico, finito sui media, che ritraeva il complesso delle Nuove Terme di Stabia nello sfacelo più completo.
“L’amministrazione del duo Pannullo-Di Martino (rispettivamente il sindaco Antonio Pannullo ed il vicesindaco Andrea Di Martino, ndr), perché la città non ha un solo sindaco ma è bicefala, – si legge nella lettera – sulla tematica lavoro in generale risulta non pervenuta, anzi, assente.
Forse non si è voluto o saputo trovare soluzioni alla questione Terme, si è preferito lasciare che la cosa morisse definitivamente, senza lasciare traccia, senza che vi siano responsabilità alcune, senza pensare che l’economia di una città, già travolta da un dissesto indotto, continua nella sua lenta agonia.
Le Terme oggi sono solo un affare per pochi intimi, che forse porterà a breve ad una trasformazione lenta ed inesorabile del fu termalismo cittadino. Dopo aver speso decine di milioni di soldi pubblici questi signori che governano la città vogliono distruggere il termalismo definitivamente, vogliono cancellare la storia della città.
Cittadini, è arrivata l’ora di dire basta. Si è ancora in tempo per salvare il termalismo, ponendo rimedio agli scempi compiuti fino ad ora. La soluzione risiede nel risveglio delle coscienze, nella consapevolezza che Terme significa Castellammare di Stabia, nella certezza che la ripresa del termalismo significa portare lavoro, turismo, ricchezza.
Ma tutto questo non può avvenire senza l’apporto della classe imprenditoriale. Castellammare di Stabia non può e non deve morire, né essere mortificata dalla classe politica che governa la città. Difendiamo il termalismo, tuteliamo le sorgenti termali”.