Presente l’onorevole Giuseppe De Mita, segretario regionale dell’Udc della Campania. Ha concluso i lavori Ciriaco De Mita. Sono intervenuti numerosi amministratori e dirigenti Udc della provincia di Napoli.
«Ringrazio tutti coloro che hanno inteso accordarmi fiducia, eleggendomi alla guida dell’Udc di Napoli – ha dichiarato Nello Palumbo – Confermo l’impegno che ho finora espresso e mi sforzerò sempre di più per mobilitare, stimolare partecipazione, sollecitare aggregazione. Da Napoli che è la capitale del Mezzogiorno va rilanciata la questione meridionale che oggi è completamente scomparsa dall’agenda della politica nazionale e dal dibattito. Vogliamo dare voce alla società, quella del Mezzogiorno, quella di Napoli in particolare, che merita di essere governata ed amministrata meglio di come lo è oggi».
«Napoli – ha continuato De Mita – è l’emblema di due circostanze. da un lato De Magistris vince per il vuoto di proposta e rivince perché è mancata una vera alternativa. Dall’altro lato ha generato una condizione adattativa, stabilendo un armistizio con i napoletani. E promuove una dimensione amorfa dal punto di vista politico, mettendo dentro tutti e lo fa non su di un disegno, ma sul “liberi tutti”».
«Gli equilibri adattativi – ha concluso De Mita – durano nel breve periodo. E, allora, prima che questo equilibrio incerto si capovolga, abbiamo il dovere di organizzare una proposta. Il nostro richiamo al popolarismo non può essere letto dentro una dimensione di nostalgia perché il popolarismo è una cultura millenaria, laica e che ha sempre messo al centro le questioni della persona e della vita umana. Oggi occuparsi come testimonianza vera dei problemi delle persone è un fatto rivoluzionario. Il nostro partito riparte dai congressi, posto che noi stiamo attivando un movimento che deve essere espressione più vasta di quello che è oggi. Se mettiamo insieme una discussione generale e l’azione di testimonianza pratica potremo diventare riferimento. Se abbiamo la voglia di questa sfida, abbiamo più spazio di quello che immaginiamo che non è il soddisfacimento della nostra ambizione ma è il dispiegamento del compito e degli obiettivi che ci siamo dati».