“La festa dell’8 marzo a Napoli è solo un business per la camorra”: accuse gravissime mosse dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e dai consiglieri comunali del Sole che Ride Stefano Buono e Marco Gaudini.
“La festa della donna – ha precisato Borrelli – è l’ennesima occasione per far fare grandi affari alla criminalità organizzata. Ad ogni angolo di strada sono state vendute abusivamente a Napoli e in provincia decine di migliaia di mimose spesso strappate senza alcun criterio dai loro alberi”.
Buono, Gaudino e Borrelli fanno poi due conti sul volume d’affari prodotto per la festa della donna dal sistema: “Si calcola che ogni 8 marzo la camorra incassi grazie alla festa della donna in tutta la Campania oltre 1 milione di euro.
Siamo stupiti dal fatto che ancora una volta le forze dell’ordine non abbiano represso un fenomeno che tra l’altro danneggia gravemente il commercio legale dei fiori e dei rivenditori autorizzati. Purtroppo anche questa festa è diventata un’occasione per la camorra per fare affari in modo indisturbato”.
Un’analisi lucida della realtà che evidenzia nel contempo ancora limiti e disfunzioni di chi dovrebbe forse monitorare con maggiore attenzione certe dinamiche illegali e palesemente non lo fa. Ci si trova a fare i conti con il solito dualismo datato.
Da un lato i commercianti regolari che pagano le tasse e si trovano così a competere con una concorrenza sleale e illegale, dall’altro i disperati ai margini della camorra che tentano di guadagnare qualcosa alimentando il sinistro business del crimine organizzato che gestisce i punti di vendita, i prezzi delle mimose e persino la quantità di ambulanti presenti nelle varie zone di Napoli e dell’hinterland vesuviano.
Perché sia chiaro una volta per tutte che per vendere abusivamente qualsiasi genere di prodotto, per fare il “parcheggiatore abusivo” devi sottostare alle regole della camorra: non esiste alcuna autonomia decisionale o possibilità di gestire in proprio un’attività che in quanto illegale viene quasi di diritto monopolizzata dal sistema. Una denuncia mirata quella di Buono, Gaudini e Borrelli a cui le istituzioni competenti dovrebbero rispondere in tempi utili con estrema concretezza.
Alfonso Maria Liguori