Fumata nera per Alfredo Romeo: resta in carcere l’imprenditore campano arrestato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla Consip lo scorso primo marzo. La Procura di Roma ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dai legali per il principale indagato nell’inchiesta Consip.
Intanto il ministro dell’Economia Padoan rispondendo alle interrogazioni di Sel e Fi alla Camera chiarisce che l’ad di Consip non si trova in una condizione per la quale lo statuto della società contempli la decadenza. “Umanamente da figlio sono vicino ai mio padre ma sto con i giudici”: questo le parole dell’ex premier Matteo Renzi in relazione al presunto coinvolgimento del padre Tiziano nella vicenda Consip.
“Dal punto di vista istituzionale – ha precisato Matteo Renzi – non entro nel merito della questione, non la giudico. Ho servito la bandiera del mio paese: sto dalla parte dei giudici”. Anche Agnese Renzi ha dichiarato di essere molto tranquilla insieme ai componenti familiari tutti per l’inchiesta che ha coinvolto il suocero.
Comunque resta il fatto che Alfredo Romeo resta nelle patrie galere. Sicuramente i magistrati sanno quello che fanno: riteniamo ai limiti del “ridicolo” tentare ad ogni costo di screditare l’operato dei giudici parlando di mosse politiche e inchieste gonfiate dai media. Al contrario il presunto “sistema Romeo” rischia di azzerare definitivamente la fiducia dei cittadini nel pubblico: troppe le brutte storie verificatesi in questo periodo che hanno visto protagonisti in negativo noti ospedali partenopei e professionisti, operanti negli stessi, ritenuti per anni fiore all’occhiello dell’ordine medico nazionale.
Un marciume senza fine, corruzione e collusione dilagante, un potere occulto che continuamente attenta alla Sovranità dello Stato spesso riuscendo a spuntarla sul corretto svolgimento di importanti gare d’appalto per la realizzazione e la gestione di opere pubbliche.
Si fatica persino a seguire gli sviluppi di una vicenda che cambia colore a ritmo vertiginoso coinvolgendo con il passare dei giorni nuovi personaggi dell’Italia che conta. Comunque vada a finire il danno fatto alla credibilità e all’immagine del tricolore è incalcolabile, come se non bastasse il ruolo irrilevante che ormai da anni il nostro Paese ricopre a livello internazionale.
Alfonso Maria Liguori