Scissionisti di Secondigliano: la IV Sezione della Corte di Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo per l’omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno quattordici esponenti apicali del clan di camorra.
Nello specifico carcere a vita per Antonio e Guido Abbinante, Arcangelo Abete, Gennaro Marino, Enzo Notturno, Francesco Barone, Rito Calzone, Antonio Della Corte, Roberto Manganiello, Angelo Marino, Ciro Mauriello, Gennaro Notturno, Carmine e Cesare Pagano.
Il duplice omicidio di Montanino e Salierno, avvenuto il 28 ottobre del 2004, diede inizio alla faida di Scampia tra gli Scissionisti e di Di Lauro. Gli Scissionisti, una volta punta di diamante dei Di Lauro, non tollerarono che il figlio del boss Paolo Di Lauro (alias Ciruzzo ‘o milionario) Cosimo puntasse sui giovani detronizzando di fatto i vecchi esponenti del clan che per anni avevano fatto arricchire con la gestione ottimale delle piazze di spaccio i Di Lauro.
Una decisione che lo stesso Ciruzzo ‘o milionario avrebbe contestato dal carcere al figlio forse nella consapevolezza delle drammatiche conseguenze che una simile scelta avrebbe comportato. Raid, omicidi, stese e intimidazioni si susseguirono a ritmo vertiginoso trasformando Secondigliano e Scampia in zone di guerra.
La sola amicizia con il personaggio sbagliato poteva costare la vita: non ci si fidava di nessuno in un’esplosione di violenza senza precedenti. Oggi una sentenza che scrive nei fascicoli dei condannati “fine pena mai”. Un colpo durissimo per gli Scissionisti, di fatto una vittoria dello Stato sui vertici di una delle organizzazioni criminali campane più potente e spietata di sempre.
Il business della droga: questa la principale attività illecita svolta a Secondigliano con un volume di affari inimmaginabile. Secondo “radio mala” dietro certe soffiate che avrebbero portato alle condanne degli Scissionisti ci sarebbe anche lo zampino di Marco Di Lauro, latitante da anni e a differenza dell’impulsivo fratello Cosimo carismatico e programmatore.
Grazie ad una plastica facciale Di Lauro junior si muoverebbe tra l’America Latina e l’Europa mantenendo i contatti del padre con i cartelli della droga sudamericani. Un uomo capace a discapito della giovane età di mettere zizzania tra i rivali portandoli più volte a violenti scontri interni.
Marco Di Lauro sarebbe a capo di imprese, pare nel settore ristorativo-alberghiero, sparse in mezzo mondo. Un elemento forse sottovalutato dagli Scissionisti che oggi cominciano, tra sentenze avverse e sequestri di beni eccellenti, a perdere vistosamente colpi.
Alfonso Maria Liguori