Torre Annunziata, pericolo crollo di palazzo Fienga: al via ieri al Tribunale di Torre Annunziata il processo che vede imputate ben 72 persone. Tutte sono accusate di non aver osservato le ordinanze del Comune di Torre Annunziata contro il pericolo di crollo di palazzo Fienga.
I 72 imputati sono tutti proprietari di uno o più appartamenti all’interno dell’ex roccaforte del clan di camorra dei Gionta: oggi l’edificio di via Bertone, dopo essere stato oggetto di una delle più imponenti operazioni coordinate di Procure e forze dell’ordine, è murato e off-limits per chiunque.
I pubblici ministeri hanno chiesto il giudizio immediato contro i proprietari degli immobili all’interno del palazzo Fienga. Due sono i reati, contestati a vario titolo agli imputati: si tratta di omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.
I proprietari prima non avrebbero effettuato i lavori necessari per evitare eventuali crolli o cedimenti, e poi non avrebbero osservato le diverse ordinanze di sgombero emesse nel corso degli anni dal Comune di Torre Annunziata, sempre per motivi di sicurezza. Tra i residenti colpiti dall’avviso di chiusura indagini ci sono diversi pregiudicati affiliati al clan Gionta, tra cui membri delle famiglie Paduano, Cirillo, Iapicca, Guarro e Carpentieri. Tra questi, poi, c’è anche Pasqualina Apuzzo, suocera di Aldo Gionta (è la madre della moglie, Annunziata Caso).
Da ricordare che due anni fa, all’alba del 15 gennaio 2015, su ordine della Procura della Repubblica di Torre Annunziata e della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, palazzo Fienga è stato sgomberato.
L’operazione ha riguardato un mega complesso immobiliare su tre strade (via Bertone, via Castello e via D’Alagno): 42 nuclei familiari, per un totale di 193 persone, che occupavano 63 appartamenti, mentre altre 36 abitazioni non erano occupate. Infine coinvolti nel blitz delle autorità c’erano altri 17 locali non abitativi.