Ad Agnano è allarme sicurezza per la stazione della Cumana. Vicina al Liceo Classico Statale “Gentileschi” (Classico-Linguistico – Scienze Umane – Economico Sociale) e a diversi dipartimenti della facoltà di ingegneria della Federico II di Napoli, la stazione, soprattutto all’imbrunire, sarebbe teatro di scorribande da parte di baby gang che avrebbero in più occasioni rapinato e malmenato gli studenti che attendono sulle banchine l’arrivo del treno.
Abbiamo intervistato alcuni allievi del Gentileschi e le dichiarazioni sono state allarmanti. “Purtroppo questo è un andazzo – hanno commentato i ragazzi – che dura da tempo penalizzando non solo noi del Gentileschi ma anche gli studenti di Ingegneria. Il problema è che le vittime nemmeno denunciano più le aggressioni subite perché sono ormai rassegnate all’inutilità di tale procedura (sebbene legittima).
Nulla contro le forze dell’ordine ma nella zona lo sanno tutti che si vende droga (anche nei pressi dell’Istituto scolastico di Agnano e della stazione Cumana), che girano balordi in scooter pronti a infastidire i passanti e qualche volta a derubarli eppure niente muta mai in positivo.
Indubbiamente chi amministra la città è troppo distante da certe dinamiche per porvi rimedio: forse si aspetta, come sempre succede a Napoli, che qualcuno di noi resti seriamente ferito o peggio per poi correre ai ripari”.
Parole forti che non fanno onore alla città ne tantomeno al governo locale. Altro che passerelle e polemiche politiche sterili: il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris prenda atto di emergenze, come quella denunciata dai giovani studenti intervistati, che penalizzano enormemente il vissuto di migliaia di onesti cittadini.
Ai partenopei poco importa polemizzare con il leghista Salvini o apprendere dei successi mediatici di “Dema” (movimento politico creato da de Magistris e avente per segretario il fratello Claudio). I napoletani reclamano occupazione, diritto allo studio e sana occupazione per difendersi dallo strapotere della camorra che ormai è talmente infiltrata nella macchina pubblica da faticare persino a riconoscerla.
Un bollettino di guerra quotidiano, fatto di mandati d’arresto firmati dai giudici nei confronti di noti politici regionali, professionisti legati alle pubbliche istituzioni, funzionari pubblici, docenti universitari, imprenditori di fama internazionale. Un mare di guano nel quale i giovani napoletani rischiano di affogare senza che nessuno intervenga per portali in salvo sulla riva della legalità e della civiltà.
Alfonso Maria Liguori