Ancora sangue, ancora un omicidio di camorra in provincia di Napoli: a cadere sotto i colpi dei killer Antonio Vitale, pregiudicato 53enne attiguo al clan Cennamo attivo nella zona di Crispano.
L’agguato è avvenuto nei pressi dell’abitazione della vittima in via Bellini a Crispano: secondo una prima ricostruzione effettuata dagli 007 dei carabinieri due individui, probabilmente a bordo di uno scooter, avrebbero affiancato Vitale esplodendogli contro numerosi colpi di pistola.
Vitale era sottoposto al regime di sorveglianza speciale: numerosi i precedenti penali a carico del 53enne anche per associazione a delinquere di stampo camorristico. Un elemento di primo piano della mala locale: questo particolare porterebbe gli inquirenti a battere 2 piste.
Una porterebbe ad un’epurazione interna al clan Cennamo di Crispano costata la vita a Vitale forse reo di aver trasgredito alle regole del gruppo l’altra ad un agguato messo in essere da sodalizi criminali rivali proprio nel feudo dei Cennamo. Questa ipotesi investigativa preoccuperebbe di più gli investigatori: ormai a Napoli e nell’hinterland vesuviano uno dopo l’altro starebbero saltando tutti gli equilibri di mala.
Le vecchie famiglie del sistema starebbero soccombendo agli assalti violenti e continui delle nuove gang. Giovanissimi boss sfiderebbero la vecchia guardia della malavita organizzata (con particolare riferimento ai clan storici della Nuova Famiglia) colpendo ovunque sul territorio e, quel che è peggio, chiunque, si trattasse anche di anziani, bambini, donne o diversamente abili.
Sterminio e terrore: queste le strategie operative adottate dai nuovi ras, spesso cocainomani consumati a discapito della giovane età, per conquistare spazi sempre più vasti nei quali imporre la propria logica criminale.
Le forze dell’ordine fanno quello che possono per arginare l’ondata di violenza che ultimamente si è abbattuta su Napoli e la provincia ma la sola repressione non basta: senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione è impossibile opporsi efficacemente allo strapotere della camorra che ancora, soprattutto in certe zone, regna sovrana quasi fosse uno Stato nello Stato. Della serie: i tamburi del sistema continuano inesorabilmente a scandire ritmi di morte.
Alfonso Maria Liguori