Negli appartamenti di palazzo Fienga che furono abitati degli affiliati al clan di camorra dei Gionta erano presenti due botole per nascondere i latitanti della cosca.
Sopralluogo che si è reso necessario a seguito di alcuni “strani” episodi, avvenuti nei giorni scorsi, verificatisi proprio a palazzo Fienga o nelle immediate vicinanze. Tra questi un incendio appiccato su un ballatoio.
Così ieri mattina militari e poliziotti si sono recati nuovamente in via Bertone, scoprendo i nascondigli negli appartamenti del secondo piano, quelli dove vivevano Gemma Donnarumma e Pasquale Gionta, moglie e figlio del capoclan ergastolano Valentino Gionta. Stando a quanto emerso le botole potevano “ospitare” una o due persone ricercate dalle forze dell’ordine.
Immediata è scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata e la Direzione
Pochi giorni fa alcuni vandali hanno scavalcato un muro del cosiddetto “palazzo dei contrabbandieri”, confinante con palazzo Fienga, si sono arrampicati per tre piani su delle impalcature traballanti, sono entrati a palazzo Fienga da un foro sul tetto ed hanno appiccano un incendio su un ballatoio.
In precedenza a palazzo Fienga è stato scoperto che i muri degli appartamenti dove vivevano Gemma Donnarumma, la moglie del capoclan Valentino Gionta, e il loro figlio primogenito Aldo il “boss poeta”, sono stati parzialmente sfondati.
Pochi giorni fa al Tribunale di Torre Annunziata è cominciato il processo ai proprietari dell’immobile per le varie violazioni delle ordinanze di sgombero e le intimazioni di messa in sicurezza dell’edificio di via Bertone.