Al Teatro Bolivar di Napoli, il 25 marzo prossimo, è di scena la “Compagnia dei Dieci” ne “Le furberie di Scapino” di Molière, adattato da Enzo Arciè.
E’ un racconto di equivoci e d’amore, orchestrato da un astuto servo. Il personaggio di Scapino (comparso sui palcoscenici nel 1600) è simile, negli atteggiamenti, a Brighella, modello bergamasco, appunto delle “maschere dei servitori” nella Commedia dell’arte.
Il lavoro, Ispirato al “Phormio” di Terenzio, fu rappresentato la prima volta nel 1671, al Théâtre de la Salle du Palais-Royal di Parigi, ma ebbe scarso successo, tanto che venne replicato solo poche volte e mai più ripreso fino alla scomparsa dell’autore.
La trama ha sullo sfondo la città di Napoli, dove vivono due giovani amici, Leandro e Ottavio, i quali hanno in comune, sia Scapino, scaltro valletto di entrambi, sia l’amore per due ragazze, conosciute tra i vicoli della città: la bella Giacinta e la zingara Zerbinetta.
Ottavio e l’amico si innamorano delle due ed Ottavio subito sposa la sua fata, senza il permesso del padre Argante (ricco mercante), che, insieme con il genitore di Leandro (ugualmente danaroso) danno il veto ai figli, perché avrebbero voluto per loro una unione con facoltose ragazze.
La vicenda quindi si complica e i due amici si rivolgono a Scapino, il furbo servo dei due, che ormai gode della fama di essere un vero vulcano di idee, di trovate e di efficaci rimedi; il fedele valletto favorisce i giovani, non senza complicare la faccenda. Alla fine si scoprono intrecci tra le famiglie, che interessano la vita delle fanciulle e dei due giovani. Appuntamento al 25 marzo al Teatro Bolivar.
Federico Orsini