Continuano gli interrogatori di garanzia per gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta “The Queen” sulla presunta associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla corruzione, il tutto aggravato in alcuni casi dal vantaggio procurato al clan dei casalesi dell’ex boss Michele Zagaria.
Era questa la giornata di Pasquale Sommese, ex assessore al Turismo della Regione Campania, e dell’ingegnere Guglielmo La Regina, fulcro dell’inchiesta. I due principali indagati dovevano essere ascoltati nel quadro dell’inchiesta condotta dalla Direzione Antimafia coordinata da Giuseppe Borrelli che ha portato in carcere 30 persone, 36 agli arresti domiciliari, tra questi l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, e due con l’obbligo di firma, di essi uno è l’ex assessore pompeiano Vincenzo Manocchio.
Sommese, assistito dall’avvocato Enzo Maiello, ha risposto nel pomeriggio ad un lungo interrogatorio. Prima di lui l’indagato principale Guglielmo La Regina si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ingegnere napoletano ha detto di essere molto provato dalla detenzione in carcere e ha chiarito la volontà di parlare in seguito.
Per l’accusa La Regina e la commercialista di Mugnano, sua consulente, Loredana Di Giovanni che ha collaborato con gli inquirenti, avevano creato un meccanismo ben collaudato: creavano i lavori, condizionavano le gare di appalto e corrompevano le commissioni aggiudicatrici.
Nell’appaltopoli denominata The Queen scoperta tra le province di Napoli e Caserta, che vede sotto la lente degli investigatori ben 18 gare sospette, sono coinvolti numerosi professori universitari, in particolare di architettura e professionisti componenti delle varie commissioni aggiudicatrici. Con loro anche faccendieri ed imprenditori ritenuti prestanome dei casalesi.