Castellammare: la città delle acque che non festeggia la “Giornata mondiale dell’acqua”

città delle acque termeIl 22 marzo, in tutti i paesi del mondo, si festeggia la “Giornata mondiale dell’acqua” per sensibilizzare la popolazione internazionale all’importanza di questo elemento fondamentale che manca, purtroppo, in molti paesi. In varie città sono stati organizzati una serie di eventi mentre a Castellammare di Stabia, la famosa “città delle acque”, nessuno è a conoscenza di ciò.

Eppure sembra strano che una città che ha a disposizione ben 28 sorgenti di acqua, unica nel suo genere nel territorio mondiale, si disinteressi di un tema così importante. Se si analizzano i fatti, però, tutto torna. Queste famosi sorgenti ormai sono solamente un ricordo: le Terme di Stabia sono completamente abbandonate e solo un miracolo potrebbe riaprirle nuovamente al pubblico.

Sono ormai noti tutti i problemi relativi alla vicenda Terme con la maggioranza che sta lavorando ad un project financing per la concessione temporanea ad un privato combattendo contro i gli ex lavoratori termali che invece preferiscono un’altra strada. Le sorgenti, ormai da tempo, non appartengono più al Comune stabiese (non ci sono più le concessioni) e tutto quel patrimonio della natura è stato abbandonato a se stesso.

E’ questa la triste storia di Castellammare. Forse a livello mondiale sono pochissimi i luoghi che possono godere di una simile ricchezza ed eppure la città delle acque ha preferito lasciarsele scappare. Anni di cattiva gestione amministrativa hanno dato vita ad uno dei grandi fallimenti della storia di Castellammare che viene ingigantito mese dopo mese data l’incapacità della politica di rilanciare il tutto e ridare alla città il ruolo che merita.

Il 22 marzo sarebbe potuto essere il giorno perfetto proprio per Castellammare con eventi, visite guidate, manifestazioni. Associazioni e amministrazione comunale, ovviamente con le Terme aperte e funzionanti, avrebbero potuto organizzare tantissime cose e mettere al centro di tutto l’elemento che ha reso ricca, almeno in passato, la città stabiese: l’acqua.

E invece quello che la realtà presenta è uno scenario desolante. Degrado e abbandono accompagnano i due stabilimenti termali di Castellammare alla vigilia del consiglio comunale che decreterà il futuro delle Antiche Terme. Adesso sembra un’utopia ma forse in futuro gli stabiesi potranno ritornare a vantarsi del patrimonio naturale della propria terra.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano