Racket, Napoli: colpi di pistola contro un negozio di Piazza Mercato

Nel primo pomeriggio di oggi sono stati esplosi in Piazza Mercato a Napoli 10 colpi di pistola contro la serranda di un negozio di fuochi artificiali. Il titolare dell’esercizio ha avvisato immediatamente la polizia che recatasi sul posto ha ritrovato e sequestrato nelle immediate vicinanze della saracinesca 2 bossoli (splosi molto probabilmente da una semiautomatica calibro 9×21).

Gli inquirenti seguirebbero la pista del racket anche se il titolare del negozio avrebbe negato di aver mai subito richieste estorsive. L’altra ipotesi porterebbe ad un avvertimento di natura “personale” rivolto al negoziante: forse uno sgarro o un alterco avuto dall’esercente con qualche pezzo da 90 della zona. La polizia tenderebbe ad escludere però questa ipotesi concentrando le indagini sull’intimidazione per fini estorsivi.

In queste ore gli 007 della polizia starebbero visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza situate al Mercato per risalire all’identità degli attentatori e ricostruire esattamente la dinamica del raid.

I residenti non sembrerebbero meravigliati più di tanto dell’accaduto: in certi quartieri il racket è di casa e con l’odioso fenomeno estorsivo intimidazioni e attentati ai danni delle attività commerciali che si ribellano al “pizzo”. Sono per miracolo ad oggi si è evitata la tragedia: ricordiamo la bambina di 10 anni ferita ad un piede in un conflitto a fuoco scatenato da camorristi contro ambulanti extracomunitari che si erano ribellati al racket. Una pallottola vagante aveva centrato una giovanissima figlia di Napoli presente in quel momento sul posto con il papà per alcuni acquisti.

D’altro canto le istituzioni non possono pensare di combattere concretamente certi vergognosi fenomeni con la sola repressione: mancanza di occupazione, scarsa scolarizzazione e dispersione sociale facilitano enormemente il compito della malavita organizzata ancora protetta in certe zone da uno spesso muro d’omertà. Quartieri ghetto dove se conosci il boss del rione campi tranquillo, non ti toccano moto o auto e soprattutto sai a chi rivolgerti in caso di necessità, anche economica. Prestiti per tutti e senza garanzie: poco importa poi se quei soldi devono essere restituiti con il 200% di interesse o peggio costringono il debitore ad entrare suo malgrado nel sistema della camorra.

Della serie: i proclami sulla legalità proferiti dalla politica che conta lasciano il tempo che trovano in una Napoli dove i tamburi della camorra continuano sinistri a suonare melodie di morte.

Alfonso Maria Liguori

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteLa Guardia Costiera di Castellammare sequestra datteri di mare
SuccessivoTorre Annunziata, una parrocchia contro il disagio giovanile
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.