Clan Mazzarella di Napoli: re delle paranze del contrabbando di sigarette negli anni ’50 da Santa Lucia a Posillipo, da Bagnoli a Pozzuoli. Nasce così, criminalmente parlando, uno dei clan più forti e spietati della camorra partenopea.
Costola del più noto gruppo malavitoso comandato dal ras Michele Zaza (i Mazzarella sono i nipoti del super capo della camorra Michele Zaza) il clan era retto da Francesco Mazzarella e dai figli Ciro (alias ‘o Scellone), Gennaro (alias ‘o Schizzo) e Vincenzo (alias ‘o Pazzo). I Mazzarella sono stati coinvolti negli anni ‘80 e ‘90 in sanguinarie guerre di mala che lasciarono sull’asfalto decine di affiliati.
Nello specifico eclatante l’agguato ai danni del capostipite Francesco trucidato all’uscita del carcere di Poggioreale nel 1998 da un commando inviato dai vertici dell’Alleanza di Secondigliano. Apicali all’interno della Nuova Famiglia contro la Nco di Raffale Cutolo (memorabile la reazione di Michele Zaza che cacciò in malo modo gli ambasciatori di Cutolo che voleva una tassa di 50mila lire dai Zaza su ogni cassa di sigarette di contrabbando segnando così l’inizio del conflitto tra Nuova Famiglia ed Nco) il clan Mazzarella stinse legami eccellenti con le storiche famiglie del sistema: nel 1996 infatti Michele Mazzarella, figlio di Vincenzo ‘o Pazzo, sposò la figlia del super boss Luigi Giuliano di Forcella.
Un connubio che aumentò enormemente l’influenza dei Mazzarella sul centro storico di Napoli tanto da portarli nel tempo, dopo il pentimento dei Giuliano, a impossessarsi della stessa Forcella. Ottimi i rapporti anche con i Sarno di Ponticelli e con i Misso della Sanità. Nel 2008 i Sarno ruppero questa alleanza scatenando l’ennesima guerra di camorra nella zona orientale di Napoli.
Un clan quello dei Mazzarella talmente forte da entrare in conflitto alla fine degli anni ’90 con l’Alleanza di Secondigliano e con la famiglia Contini egemone, sempre criminalmente parlando, nel quartiere Vasto-Arenaccia. Spietati e calcolatori i Mazzarella disporrebbero ad oggi di un vero e proprio esercito formato da killer professionisti, pusher, presta nome, fiancheggiatori, imprenditori collusi e politici corrotti.
Un particolare questo che avrebbe consentito all’organizzazione nel tempo di controllare le attività illecite svolte all’interno del porto di Napoli: si mormora che nulla si muoverebbe senza il consenso del clan Mazzarella, pena la morte. Oggi i Mazzarella starebbero tentando di impadronirsi di nuove piazze di spaccio nel centro storico della città: approfittando della debolezza dei clan rivali (colpiti da arresti eccellenti, pentimenti e sequestri di beni rilevanti) i Mazzarella punterebbero ad alleanze di comodo con le cosiddette baby paranze attive nei vicoli del cuore di Napoli.
Uno stratagemma tattico per poter colpire gli avversari in quelle che una volta erano le loro stesse roccaforti. Della serie: tra gli angusti e tortuosi viottoli della periferia di Napoli nasceva tanti anni fa il mito criminale dei Mazzarella, una cellula camorristica talmente ben radicata da rafforzarsi nel corso degli anni al punto da riportare il nome dei Mazzarella sui testi di educazione civica in uso negli Istituti Statali Scolastici come massima espressione della camorra.
Alfonso Maria Liguori