Femminicidio di Torre del Greco: non si trattò di omicidio premeditato, bensì Umberto Scassillo, di 72 anni, uccise la moglie al culmine di una furiosa lite. L’uomo è stato condannato a diciotto anni di reclusione per aver ammazzato a colpi di piccone l’anziana moglie Ida Fontana. La sentenza è stata emessa ieri mattina dalla quarta sezione penale della Corte d’Assise di Napoli.
Niente ergastolo, quindi, per Scassillo in quanto l’uomo collaborò fin dall’inizio con le forze dell’ordine e confessò il delitto tra le mura domestiche. L’ergastolo non era stato chiesto, comunque, dall’accusa, che aveva invece chiesto una condanna a trent’anni. Senza l’aggravante della premeditazione, però, i giudici della Corte d’Assise hanno condannato Umberto Scassillo a diciotto anni di carcere a circa due anni di distanza dal delitto.
Il femminicidio di Torre del Greco avvenne il 20 aprile 2015 nella villetta di via Nazionale, al termine di una lite per futili motivi. Subito l’omicidio a colpi di piccone, l’anziano cambiò i vestiti, si ripulì e si consegnò spontaneamente ai carabinieri di Torre Annunziata, ai quali raccontò di aver ucciso Ida Fontana, la moglie con la quale era sposato da circa cinquant’anni. Finito in carcere, Scassillo fu presto scarcerato e portato ai domiciliari proprio nella villetta degli orrori.
L’intera città del corallo fu scioccata dall’atrocità e i vicini, nei giorni successivi alla tragedia, raccontarono che le discussioni erano incentrate sul fatto che Scassillo lamentava le disattenzioni e sullo scarso rispetto della famiglia verso di lui.
Nel corso delle indagini che scaturirono dopo l’omicidio di Ida Fontana, però, erano emersi anche forti contrasti legati all’eredità, con l’uomo che non era d’accordo a lasciare i propri beni ai figli. Tanto che nell’agosto del 2016 Umberto Scassillo fu nuovamente arrestato in quanto accusato anche di aver pianificato successivamente l’uccisione di uno quattro figli e della nuora, proprio mentre era in quella abitazione ad attendere il verdetto di primo grado.