Elioterapia a Castellammare di Stabia: non si conoscono le condizioni della sabbia, né è stata chiesta l’autorizzazione paesaggistica. Stop ai lidi per l’elioterapia al corso Alcide De Gasperi: il Comune di Castellammare ha revocato in autotutela l’avviso pubblico del 2015.
Il provvedimento, infatti, era andato avanti nonostante i profili di illegittimità evidenziati dall’Avvocatura comunale, tanto che i partecipanti avevano addirittura versato il deposito cauzionale.
La circostanza è emersa dalla determina del 27 marzo scorso, firmata dal dirigente del settore Lavori pubblici Francesco Cannavale, da una relazione istruttoria di due istruttori tecnici e da una nota dell’assessore all’Urbanistica e al Demanio Giuseppe Rubino, autore della “scoperta” del parere dei legali di Palazzo Farnese.
La vicenda riguarda l’approvazione e la pubblicazione da parte del Comune dell’avviso pubblico per l’assegnazione di lotti sull’arenile nel tratto di corso De Gasperi per attività di elioterapia. Insomma, l’intenzione era quella di procedere all’affidamento di concessioni demaniali marittime ad uso turistico e ricreativo per la sola elioterapia, in quanto il mare, in quel tratto di costa, non è balneabile da anni. Anche la sabbia, però, come vedremo tra poco, presenterebbe qualche problema.
Gli atti portavano la firma dell’architetto Lea Quintavalle, allora dirigente del Settore. Alla scadenza fissata per la presentazione delle domande di partecipazione, il 12 ottobre 2015, erano pervenute 15 offerte, di cui 1 fuori termine.
Già prima della scadenza era pervenuto a Palazzo Farnese un “Atto di Significazione” di 5 consiglieri comunali che sottolineavano l’illegittimità della procedura: nella relazione illustrativa del regolamento per l’uso delle aree demaniali marittime non c’era il piano particolareggiato previsto; era assente anche il parere di compatibilità delle concessioni demaniali con il vincolo paesaggistico gravante sull’area interessata.
In quel periodo era anche terminata l’esperienza di governo del sindaco Nicola Cuomo, ed era intervenuta a Palazzo Farnese una commissione inviata dalla Prefettura di Napoli. I consiglieri avevano chiesto di conoscere la volontà dei commissari alla luce dell’Atto di Significazione, prima di concludere le procedure di gara e prima che si sciogliesse formalmente il consiglio comunale.
Così il 6 novembre 2015 era stato chiesto il parere dell’Avvocatura che aveva evidenziato ben tre profili di illegittimità: dagli atti a corredo del bando non risultava la verifica della salubrità del tratto di arenile, in mancanza della quale non è consentita nemmeno la semplice frequentazione, con gravi violazioni della normativa sanitaria nazionale e regionale; assenza di autorizzazione paesaggistica necessaria poiché l’attività andava esercitata per oltre 120 giorni; all’Avviso potevano partecipare anche candidati iscritti solamente alla Camera di Commercio mentre la normativa dice che gli affidatari di appalti di gestione possono essere solo gli imprenditori.
Un pasticcio vero e proprio rinchiuso nei cassetti di Palazzo Farnese e tirato fuori solo nel momento in cui, quasi un anno dopo, il 27 settembre 2016, alcuni partecipanti al bando avevano chiesto alla nuova amministrazione comunale la restituzione del deposito cauzionale versato per la partecipazione all’Avviso. E’ stato solo in quel momento che l’assessore Rubino ha aperto il fascicolo.
Con la determina di pochi giorni fa, insomma, il Comune di Castellammare ha revocato l’Avviso e restituito i depositi cauzionali ai partecipanti, ma ha anche evidenziato di stare lavorando ad un nuovo progetto per gli arenili di corso De Gasperi.