Discariche a cielo aperto tra Bagnoli e Agnano. Della vergognosa vicenda ci siamo occupati spesso. Incredibilmente ad oggi nulla si è mosso: parliamo di rifiuti di ogni genere, di carcasse incenerite di moto usate per agguati di camorra e stese. Secondo alcune indiscrezioni infatti la montagna d’immondizia celerebbe armi usate nei raid malavitosi messi a segno negli ultimi tempi sul territorio.
Parliamo di eventuali prove che potrebbero, una volta passate al vaglio della scientifica, essere determinanti contro killer o esponenti di spicco del sistema. Il dato più allarmante è l’assenza delle istituzioni: qui non si parla di interpretare, di puntare il dito contro un singolo politico, Ente o amministratore. Il problema è ben più grave e complesso: ci chiediamo interdetti di quale bonifica territoriale continui a parlare il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e perché invece di prendere atto di simili oscenità ben visibili all’interno della comunità partenopea perda il suo tempo a polemizzare con leader leghisti di cui onestamente all’onesto napoletano poco importa.
Discariche a cielo aperto: sarebbe giunto veramente il momento di dare risposte concrete alla gente e soprattutto di allertare la Procura della Repubblica su palesi anomalie gestionali che non possono eternamente restare impunite. Immaginiamo l’impatto di simili violenza ambientali sui più giovani: la dimostrazione agli occhi delle nuove leve di come l’inciviltà e l’illegalità riescano ancora a farla franca, di come l’anarchia comportamentale regni sovrana a Napoli.
Una città dove per avere seguito mediatico gli organi d’informazione sono costretti spesso a puntare sulla nera (che purtroppo non manca mai), incapace di reagire concretamente al crimine organizzato che non deve essere identificato esclusivamente nel rapinatore, nel pusher o nell’estorsore ma anche nel politico o amministratore corrotto, nell’imprenditore colluso e nell’infedele appartenente alle forze dell’ordine.
Così infatti viene definito dagli onesti servitori dello Stato chi disonora la propria uniforme vendendosi alla camorra. Altrimenti si avrà sempre l’impressione che a Napoli tutto si faccia perché in realtà nulla muti. Un quadro troppo avvilente per essere contemplato passivamente. Si parla di progettualità, di bonifica delle periferie, di nuove oasi sociali per i giovani: parole che puntualmente svaniscono nel vento alla fine dei rispettivi comizi elettorali o “balconistici” ritrovandoci con discariche a cielo aperto.
Sinceramente riteniamo che la politica delle “3 F” (festa, farina e forca) sempre in auge a Napoli abbia fatto il suo tempo arrecando danni irreparabili all’immagine e alla credibilità di questi luoghi. Si è evoluta al passo con i tempi, non ha più il sapore letale di un tempo, ma rimane uguale, purtroppo, nei contenuti e nelle ciniche finalità.
Alfonso Maria Liguori