Le Mamme Vulcaniche presto dovranno abbandonare la loro sede di Boscoreale: al via una politica di bilancio del Comune volta a risanare un debito di circa 12 milioni di euro.
L’ex mattatoio in via Armando Diaz, che era utilizzato come sede dall’associazione delle Mamme Vulcaniche, è stato messo all’asta dall’amministrazione comunale di Boscoreale come conseguenza di una politica di bilancio volta a ripianare il grosso deficit finanziario che ammonta a 12 milioni di euro.
Il Comune spera di poter ricavare dalla vendita dell’edificio una cifra pari a 345mila euro. Gli atti dei bilanci sono al vaglio della Corte dei Conti che dovrà stabilire se il Comune sarà in grado di risanare i debiti e per questo motivo l’amministrazione dovrà cercare di recuperare denaro dalla vendita di immobili di sua proprietà.
“Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione e abbiamo appreso la notizia dai giornali. – ha dichiarato Rosita Castaldo, rappresentante dell’associazione onlus Mamme Vulcaniche – Con il sindaco Giuseppe Balzano non abbiamo ancora discusso ma pensiamo che sia doveroso per il primo cittadino garantirci un’altra sede in quanto siamo un’associazione no profit che da anni compie un grande lavoro sociale sul territorio”.
In un territorio martoriato dalla questione rifiuti le Mamme Vulcaniche si sono fatte promotrici di eventi come screening sanitari gratuiti e incontri con l’oncologo Antonio Giordano per sensibilizzare i cittadini sul problema della salute sempre più rilevante a causa delle discariche presenti nell’area vesuviana.
E’ da anni, infatti, che l’associazione nata alle falde del Vesuvio sottolinea e calamita l’attenzione di cittadini, media ed istituzioni sulle emergenze ambientali che di volta in volta si susseguono.
In un paese come Boscoreale dove le politiche sociali sono spesso inesistenti, e non a casa nei giorni scorsi è stato organizzato un incontro pubblico proprio sull’argomento, si spera che queste associazioni impegnate attivamente sul territorio non siano costrette a limitare le proprie azioni o addirittura a scomparire.
Gianluca D’Ambrosio