Cosa sono quelle rovine ai piedi dei monti di Sarno visibili dall’intera valle nelle ore notturne? Beh, sono tanti i vesuviani che se lo chiedono! Si tratta dei resti medioevali, aragonesi e normanni della città di Giovanni Amendola, illuminati recentemente da alcuni volontari del borgo Terravecchia.
Si tratta degli uomini di “Terravecchia Arte del Presepe”, un’Associazione nata con lo scopo di realizzare ogni anno il museo presepiale divenuto famoso in tutta la Campania per la sua bellezza.
Il loro lavoro di illuminazione parte dallo studio approfondito, fatto di ricerche negli archivi, del Castello di Sarno. Da qui la spinta a valorizzare uno dei borghi più belli della Valle del Sarno.
La documentazione fotografica prodotta per lo studio ha portato l’associazione a creare una pagina facebook “Il Castello di Sarno” e a realizzare, nel luglio 2016, una mostra fotografica dal notevole valore artistico.
Il progetto di illuminare i reperti nasce sin dalla prima fase del progetto di ricerca.
L’immenso tesoro che è emerso dai vari archivi ha spinto l’associazione a divulgare la storia e le meraviglie della città delle acque. La prima installazione luminosa è stata messa in opera circa un anno fa. L’intervento ha previsto l’installazione di un proiettore a led, alimentato da pannelli fotovoltaici, ai piedi del Torrione Angioino del suddetto castello.
In tempi non molto remoti l’associazione si era impegnata ad illuminare la croce, meno evidente, posta sul monte Saretto, in direzione della chiesa della Madonna del Carmine.
Quest’anno il lavoro si è concentrato sulla zona ovest del castello e sul sottostante borgo Terravecchia. Il primo intervento effettuato ha previsto l’installazione di quattro proiettori a led ai piedi della collegiata di San Matteo. Partita come una semplice collaborazione con il parroco della chiesa per aiutare a sistemare il luogo sacro, i volontari hanno installato ad ogni finestra del convento sottostante la chiesa delle strisce led che di sera creano uno stupendo gioco di luci.
Successivamente l’attenzione si è spostata sulle torri aragonesi della zona ovest. Queste ultime sono state illuminate con fari che alcuni cittadini del borgo hanno donato per la città. In particolare, sono stati posti due proiettori ai piedi della prima torre e uno sulla seconda, quella più in alto. L’ultimo intervento, risalente a sabato scorso, ha permesso l’installazione di due corpi illuminanti presso la cosiddetta torre aragonese, porta di accesso al borgo Terravecchia sul lato ovest.
Qualche polemica sulla tonalità dei led è stata pur sollevata. L’illuminazione di questi monumenti si basa su ricerche affermate. Infatti, il colore delle lampade simula l’illuminazione naturale della luce del sole e raggiunge i 4500K. Questa si differenzia da quella giallo-arancio utilizzata nei lampioni del borgo e che in passato ha dato luce a molti borghi italiani, raggiungendo i 2500K. La nuova illuminazione si basa proprio su questo contrasto di colore tra i monumenti e il resto del borgo, offrendo uno scenario magnifico in tutta la valle e a tutti coloro che di sera percorrono l’autostrada Caserta -Salerno, che affaccia proprio sul borgo.
“I lavori per queste opere li realizziamo nel nostro tempo libero, al termine degli impegni lavorativi” commenta il portavoce dell’Associazione. “I materiali utilizzati – continua – sono acquistati grazie ai contributi dei volontari e lo spirito che anima queste iniziative è quello di sensibilizzare i cittadini sarnesi e di far apprezzare il più possibile il patrimonio consegnatoci dai nostri avi”.
Insomma storia, cultura e arte si fondono anche con l’innovazione e la green economy, visto il basso impatto ambientale delle soluzioni illuminotecniche adottate.
Raffaele Massa