Antonio De Curtis in arte Totò, dottore in Discipline dello Spettacolo

Antonio De Curtis in arte TotòAntonio De Curtis in arte Totò, dottore in Discipline dello Spettacolo: questo il titolo conferito alla memoria del principe. L’Ateneo Federico II di Napoli, su proposta di Renzo Arbore, ha voluto così onorare il re della comicità ritenendolo un personaggio artistico “che ha cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell’umorismo”.

Alla cerimonia di consegna del titolo accademico svoltasi presso l’Università Federico II era presente il Ministro per la Cultura Dario Franceschini che senza mezzi termini ha dichiarato: “Sono felice di partecipare ad un evento che premia un grande artista che ha saputo portare l’estro comico dei partenopei con orgoglio nel mondo. Sono innamorato di Totò”.

Commossa la nipote di Totò Elena Articoli De Curtis che ha così commentato l’evento: “Questa ‘laura’, come direbbe lui, è una rivincita. Oggi si ricorda e si onora un uomo dal cuore grande che ha profondamente amato la sua Napoli portandole un rispetto mai spento nel corso degli anni”.

Una rivincita: purtroppo le parole di Elena Articoli De Curtis dicono il vero. La critica è stata spesso ingiusta con Totò da vivo ridimensionando in più occasioni l’estro artistico di un genio della comicità definendolo eccessivo e, in alcuni casi, solo un guitto. Come sempre poi a posteriori la musica cambia: una triste realtà per molti talenti artistici che in vita non hanno potuto godere della più che meritata fama.

Arbore è stato bravo a ricalcare i successi professionali di Antonio De Curtis in arte Totò e la storia stessa di un principe nato povero e amato persino dai guappi del suo quartiere. Durante i funerali che si svolsero a Napoli (organizzati da Nino Taranto) la figlia di Totò Liliana si sentì chiamare da un signore alto e distinto che le porse una fotografia: si trattava di un’immagine artistica che Totò gli aveva dedicato tanti anni prima.

Quell’uomo era Campoluongo, alias “nasicane”, capo in testa della Sanità che senza esitazione disse alla figlia del defunto: “Questa cosa non può andare così: Totò deve avere il funerale a casa sua, alla Sanità. Le manderò l’invito”. Tre mesi dopo quell’incontro a Liliana De Curtis giunse una telefonata del “guappo” che la invitava a prendere parte ai funerali di Totò che si sarebbero tenuti alla Sanità.

Al viaggio da Roma a Napoli e al soggiorno di Liliana avrebbe pensato lui. E funerale fu per le strade della Sanità con tanto di bara (ovviamente vuota). Nel congedarsi dalla figlia di Antonio De Curtis in arte Totò, Campolongo proferì queste parole: “Suo padre era un grande uomo. Per qualsiasi cosa io sono qua, questa è sempre casa sua”. Della serie: anche gli uomini d’onore di latri tempi, i guappi che difendevano il quartiere dalle ingiustizie hanno amato un’artista dall’animo nobile e dalla profonda umiltà.

Alfonso Maria Liguori

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