Dopo la pubblicazione della notizia, anche l’amministratore unico di Sint, Biagio Vanacore, ha deciso di commentare il gesto spiegando: “La struttura e la Sint l’ho trovata così al mio arrivo, ben vengano inchieste per risalire a responsabilità se ci sono”. Attaccano, però, i lavoratori termali: “Leggiamo con stupore, la faciloneria con la quale la Sint, e quindi direttamente la silente amministrazione comunale, commenta la denuncia dei lavoratori termali in Procura della Repubblica. La Sint ed il Comune dovrebbero documentare come erano le strutture termali all’insediamento degli amministratori Vanacore, Sammaria (Terme di Stabia) avvenuto nell’agosto 2013, durante l’amministrazione Cuomo”.
In quel periodo, infatti, si era provveduto, negli uffici direzionali, a tinteggiare le pareti. Furono addirittura sostituite le serrature di una buona parte degli uffici, siti al primo ed al secondo piano. Per questo motivo, i termali commentano: “La Sint, dovrebbe spiegare perché non ha mai voluto la restituzione, così come decretata dal Giudice Delegato, previo parere del Comitato dei Creditori, nonostante avesse unitamente all’amministrazione comunale, pressato la Curatela per la restituzione medesima. Forse la volontà era quella di non accollarsi responsabilità, scaricando su altri? Se cosi fosse, allora le spiegazioni le potrebbe fornire il Commissario Liquidatore di Terme di Stabia.
In entrambi i casi, per noi vale un principio: la verità documentata. A questa si aggiungono le immagini del prima, durante e dopo che sono fondamentali per comprendere in capo a chi sono ascrivibili
Per quanto riguarda il piano di dismissione dei beni per risanare il debito dell’azienda, per rientrare nelle stime della Legge Madia, i termali sono chiari: “E’ bene ricordare che c’è una proroga fino a settembre 2017, perché lo Stato ha dovuto giocoforza trovare un punto di equilibrio in quanto non si può cassare con un colpo di spugna tutto, ponendo (come accaduto a noi termali, caso unico in Italia), migliaia di famiglie sul lastrico ed in condizioni sociali allarmanti. Ma volendo entrare nel merito della questione, il fatturato minimo che sarebbe previsto dalla invocata Legge Madia, si può fare ad occhi chiusi: basterebbe affidare a Sint la gestione termale e riabilitativa in via temporanea, in attesa di un serio processo di privatizzazione”.
“Un’amministrazione avveduta, una politica seria, una gestione societaria lungimirante, volta al bene dell’immagine cittadina, del rilancio economico, avrebbe fatto salti di gioia, avrebbe fatto ferro e fuoco per preservare, tutelare e, perchè no, combattere per il bene comune. La verità sono due bandi che nulla hanno a che vedere con tutto questo. Bandi per far prevalere la voglia di creare oasi tipo “take away”, rosticcerie a cielo aperto che di termalismo non hanno nulla. Infatti il termalismo è stato stuprato dalla ferma volontà di creare un ristorantino nel parco termale del Solaro, eventi e sagre nelle Antiche Terme, tutto questo perché alla fine non hanno idee, non hanno una visione strategica sul termalismo neanche in chiave moderna e vogliono di fatto tirare a campare fino alla fine della consiliatura. Tutto questo noi non lo accettiamo” concludono i termali.
Gennaro Esposito