Iniziatore della “faida di Scampia” con il clan Di Lauro (retto dal boss Paolo alias Ciruzzo ‘o Milionario) Pagano è stato il primo a ribellarsi al fanatismo e all’egocentrismo di Cosimo Di Lauro, rampollo del ras Paolo, che aveva sostituito i responsabili delle principali piazze di spaccio con suoi giovani fedelissimi detronizzando di fatto le vecchie e potenti famiglie del sistema.
Una mossa errata, non condivisa dallo stesso Ciruzzo ‘o Milionario perché giudicata avventata e scatenante di sanguinose guerre interne. A perdere la vita oltre 70 componenti dei 2 schieramenti in una mattanza oltremodo cruenta messa in essere tra il 2004 e il 2005. Intere zone di Napoli trasformate quotidianamente in campi di battaglia con l’utilizzo di armi da guerra di ogni genere.
Improvvisamente il 16 febbraio del 2016 davanti alla IV Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli il colpo di scena: Cesare Pagano, spiazzando completamente il collegio difensivo, si dissocia dal suo passato e dalla camorra, confessando ai giudici di essere il mandante degli omicidii di Salvatore Dello Ioio e Carmine Amoruso, avvenuti nel 2005 quando gli Scissionisti iniziarono un’epurazione tra i killer di Mugnano ritenendoli poco affidabili.
“Ho fatto uccidere io Amoruso e Dello Ioio: – dichiara Pagano ai magistrati – sono pronto a dissociarmi, a tagliare i ponti con la camorra”. Un fulmine a ciel sereno per l’organizzazione che in Cesare Pagano aveva sempre visto un leader carismatico di riferimento. Un uomo spietato, intelligente e ben visto dagli affiliati: Pagano poteva contare su un esercito formato da killer professionisti, pusher, fiancheggiatori, insospettabili prestanome, professionisti, politici , amministratori e cattivi servitori dello Stato (etichettati dispregiativamente “infedeli” dagli stessi colleghi onesti).
Il boss ha mosso cifre da capogiro nel business dello spaccio di stupefacenti: somme inimmaginabili “ripulite” in società sparse per l’Italia e in Europa (con particolare riferimento alla Spagna). Gli “spagnoli” (alias Amato-Pagano) tramite professionisti di prim’ordine controllerebbero a tutt’oggi grossi centri benessere, alberghi, ristoranti, bar e night di lusso, centri scommesse sportive e grosse concessionarie d’auto.
Cesare Pagano, per chi lo conosce criminalmente parlando, non si è mai sottomesso ai Di Lauro ma ha sempre mantenuto un ruolo di prestigio anche all’interno dello stesso gruppo distinguendosi per la decisione del modus operandi. Intollerabile quindi lo “sgarro” del giovane Cosimo, sebbene figlio dell’illustre boss Ciruzzo ‘o Milionario, nei suoi confronti: un esordiente che aveva osato scavalcare le famiglie della mala che ha sempre contato a Secondigliano, ovvero i pezzi da 90 del sistema che avevano permesso al padre Paolo di costruire un impero economico basato sulle enormi piazze di spaccio gestite dagli stessi.
Un capo, un leader che ha preso le distanze dagli Scissionisti forse non condividendone più obiettivi e gestione interna. Troppi baby boss a smuovere continuamente gli equilibri del gruppo, spietati e pronti a tutto pur di imporsi sul territorio. Pensiamo al boss della Vanella Grassi Umberto Accurso: un leader assoluto, un mito per tanti giovani emarginati alla ricerca di carriere lampo all’interno del sistema nello stile “Gomorra”. Nei quartieri ghetto, nei vicoli e nelle aree a ridosso di Secondigliano il mito di boss come Cesare Pagano ha ispirato persino rapper e cantanti neomelodici. Slogan assoluto per una parte delle nuove leve del posto: “Secondigliano regna”.
Alfonso Maria Liguori