Il capitano del Noe Giampaolo Scafarto indagato nell’inchiesta Consip: avrebbe falsificato prove contro Tiziano Renzi

giampaolo scafarto carabinieri noe consipGiampaolo Scafarto, capitano del Noe dei carabinieri, indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip: colpo di scena nelle indagini che hanno portato dietro le sbarre per corruzione il noto imprenditore campano Alfredo Romeo e coinvolto Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio.

Giampaolo Scafarto, originario di Castellammare di Stabia, è indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per falso in quanto sarebbe autore di un’informativa nell’ambito della stessa inchiesta in cui avrebbe accreditato erroneamente la tesi della presenza dei servizi segreti nel corso degli accertamenti e inoltre attribuito ad Alfredo Romeo e non ad Italo Bocchino la frase: “Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato…”.

Il capitano Giampaolo Scafarto ha taciuto davanti ai magistrati avvalendosi della facoltà di non rispondere. Nel frattempo l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) ha iniziato le procedure per il commissariamento della Romeo Gestioni Spa e del Consorzio Romeo Facility Services 2010, società facenti capo ad Alfredo Romeo coinvolto nell’inchiesta sul mega appalto Consip da 2,7 miliardi per l’Fm4 , il Facility management per le pubbliche amministrazioni.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha avviato le verifiche sotto il controllo del responsabile Raffaele Cantone, accertamenti che potrebbero sfociare nell’istanza di commissariamento al Prefetto di Napoli. Matteo Renzi in merito a questa delicata vicenda si è così espresso nel corso di una nota trasmissione televisiva: “E’ molto strano quello che sta accadendo ma ho molta fiducia nella magistratura. Non abbiamo ne abbiamo mai avuto nulla da nascondere. Sarebbe facile per me oggi dire, essendo in corso un’indagine per falso, “avete visto….”.

Al contrario invito ogni cittadino a riporre massima fiducia nella magistratura e lo dico oggi che è più facile tiziano renzidi due mesi fa perché ritengo che la verità venga sempre a galla. A Beppe Grillo che ha messo in discussione il rapporto tra me e mio padre dico solo: caro Beppe, vergognati”.

“Se ne va anche questo apparente indizio – ha commentato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi – ora aspettiamo fiduciosi l’archiviazione del caso. Una cosa è certa: non basterà chiedere scusa”. Una svolta positiva per Renzi senior che vede allontanarsi lo spettro di un coinvolgimento penale in una brutta storia di corruzione.

“La scelta di non rispondere alle domande dei pm – ha precisato Giovanni Annunziata, difensore di Scafarto – rientra in una mia strategia difensiva. Ho esigenza di conoscere gli atti dell’indagine nella loro completezza. Appena il quadro sarà chiaro chiederò alla Procura di convocare il mio assistito per essere interrogato”.

Alfonso Maria Liguori

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano