Inchiesta Consip, Procure contro: cosa sta accadendo attorno al capitano Giampaolo Scafarto?

giampaolo scafarto noe consipIndagini sulla Consip e la figura del capitano Gianpaolo Scafarto del Noe indagato per falso dalla Procura di Roma: per i giudici di Napoli una parte dell’inchiesta che ha portato in carcere per corruzione il noto imprenditore campano Alfredo Romeo resta delegata a Scafarto oltre che ai carabinieri del comando provinciale e al Nucleo Tributario della guardia di finanza.

A dare il via alle indagini i pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano, successivamente trasmesse al pm di Roma Mario Palazzi per quanto riguarda il filone Consip e le presunte fughe di notizie a vantaggio degli indagati. Proprio una presunta fuga di informazioni ha portato i giudici romani a revocare la delega al Noe: una decisione che scatenò notevoli poemiche e che ancora fa discutere.

Oggi a Napoli restano i filoni dell’inchiesta relativi al servizio di pulizia dell’ospedale Cardarelli, ai funzionari del Comune che sarebbero stati corrotti da Romeo e al direttore generale per la gestione e manutenzione degli edifici giudiziari napoletani Emanuele Caldarera, accusato a sua volta di corruzione.

In quest’ottica i pm della capitale starebbero indagando per capire se Gianpaolo Scafarto nelle presunte omissioni e falsificazioni abbia agito da solo o meno e mosso da quale motivazioni. Anomalo il comportamento di un ufficiale dei carabinieri fino al momento dell’inchiesta Consip indicato come un validissimo elemento dell’Arma, professionale nel proprio lavoro e già titolare di indagini delicate in passato condotte in modo irreprensibile.

Il consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha chiesto al Csm di aprire una pratica su quello che sembra essere diventato uno scontro tra le procure di Napoli e Roma in merito all’inchiesta Consip. Secondo Zanettin è assurdo che mentre la Procura di Roma accusi di falso ideologico il capitano del Noe Scafarto per aver alterato l’intercettazione contro Tiziano Renzi ed aver accreditato la possibilità che i servizi segreti stessero spiando l’inchiesta quella di Napoli ribadisca piena fiducia all’operato del Noe confermando la delega investigativa per il filone che coinvolge Romeo in Campania.

In merito la Procura napoletana ha fatto sapere di non aver alcun contrasto con Roma e che i provvedimenti adottati non ostacolano ne contraddicono alcuna indagine in corso. Un tentativo di smorzare le polemiche in un’inchiesta che si preannuncia lunga e piena di colpi di scena. D’altro canto dato lo spessore dei personaggi coinvolti non poteva che essere così.

L’opinione pubblica è divisa tra chi vede nel capitano del Noe Gianpaolo Scafarto una vittima incastrata da chi forse non ha gradito l’eccessivo zelo dell’ufficiale tentando così di screditarlo e chi al contrario pensa che l’esponente dell’Arma si sia fatto prendere la mano in un’inchiesta importante per fare carriera e acquisire notorietà magari pilotato da qualche esponente politico. In sintesi: polvere o gloria per Scafarto? Ai giudici l’ardua sentenza.

Alfonso Maria Liguori

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