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Giampaolo Scafarto in ferie dopo il presunto falso ideologico in Consip. Chi è davvero il capitano del Noe?

giampaolo scafarto consip noe carabinieriRichiesta di ferie per il capitano del Noe Giampaolo Scafarto, l’ufficiale dei carabinieri indagato per falso materiale e falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta Consip. Una mossa quella del capitano Scafarto concordata con il difensore Giovanni Annunziata per avere tempo di studiare le carte dell’inchiesta in vista dell’interrogatorio con i pm romani previsto per dopo Pasqua.

Al di là delle polemiche, più o meno smentite, tra le Procure di Napoli e Roma sull’idoneità di Giampaolo Scafarto a proseguire le indagini tentiamo di comprendere lo spessore dell’ufficiale in questione. Il 44enne Gianpaolo Scafarto originario di Castellammare di Stabia è un ufficiale dei carabinieri da tempo considerato punta di diamante del Noe.

Un “segugio” dal fiuto eccezionale che ha seguito le orme del capitano “Ultimo”, ovvero l’attuale colonnello Sergio De Caprio, l’esponente dell’Arma che catturò il capo di Cosa Nostra Totò Riina. Scafarto è passato in poco tempo dalle indagini tipiche di una realtà salernitana come Scafati alle grandi inchieste su appalti e politica. L’elenco delle indagini condotte da Scafarto è ricchissimo: si è occupato dei conti del tesoriere della Lega Francesco Belsito, delle presunte mazzette milionarie pagate da Finmeccanica, della vicenda P4, degli accertamenti sul tesoro di Massimo Ciancimino (solo per citarne alcune).

Un uomo che gode e che ha goduto dell’incondizionata stima dei vertici dell’Arma e della massima fiducia di numerosi giudici, tra cui il pm partenopeo Henry John Woodcock. Ora l’idea che un personaggio di tale spessore professionale e umano possa aver commesso un errore tanto grave quanto stupido, ovvero aver attribuito una conversazione ricavata da intercettazioni telefoniche ad Alfredo Romeo anziché a Italo Bocchino lascia francamente perplessi.

In molti temono che il valoroso esponente della Benemerita possa essersi scontrato con “poteri troppo forti” che starebbero cercando in ogni modo di distruggerlo sotto il profilo sia professionale che umano. Altri ritengono invece che Scafarto possa aver fatto il passo più lungo della gamba facendosi prendere la mano in un’inchiesta dalla quale sperava di poter ricavare popolarità e fama. Elementi indispensabili per chi aspira a ricoprire in tempi utili ruoli importanti all’interno dell’Arma. Questo dato evidenzierebbe il ruolo della politica all’interno degli stessi apparati delle forze dell’ordine e dell’esercito. Una brutta storia che probabilmente riserverà grossi colpi di scena e che potrebbe coinvolgere anche alte cariche dello Stato.

Alfonso Marai Liguori

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