Termalismo a Castellammare di Stabia, parte l’operazione verità da parte degli ex lavoratori della municipalizzata fallita Terme di Stabia spa. Nuova lettera indirizzata alla cittadinanza e volantinaggio nei pressi delle chiese cittadine per gli ex dipendenti alle prese in queste settimane con un duro scontro con l’amministrazione comunale retta dal sindaco Antonio Pannullo per i criteri di rilancio del settore e per il reinserimento a lavoro dei professionisti licenziati pochi mesi dopo il crac.
“Noi ci siamo ancora. – si legge nel volantino diffuso nelle ultime ore – Oggi noi lavoratrici e lavoratori dell’ex complesso delle Terme di Stabia siamo in strada per sensibilizzare la città su quanto sta accadendo rispetto al nostro futuro lavorativo e sul destino delle nostre Terme. Un bene unico e prezioso per la città di Castellammare di Stabia. Sono tre anni che le Terme sono chiuse al pubblico in un continuo rimpallo di colpe e responsabilità.
Le nostre fonti dimenticate, eccetto qualche pulizia di facciata, sono chiuse e interdette alla città. Dei nostri destini e delle nostre vite sembra non importare nulla a chi amministra Palazzo Farnese. Alle nostre rimostranze, qualche consiglio comunale fa, chiedevamo solo che si approntasse, come promesso in campagna elettorale, un progetto di rilancio per la Nuove e le Antiche Terme, ci hanno risposto dandoci la polizia e cacciandoci dall’aula. Un gesto che racchiude quanto possa importare del nostro futuro lavorativo a sindaco e giunta comunale.
Ci sentiamo profondamente presi in giro quando nell’atto d’indirizzo approvato per le Antiche Terme nell’attesa dell’espletamento del Project Financing, si pensa di affidare provvisoriamente il parco idroponico, non si comprende bene per fare cosa; e nell’apprendere che anche la Sint emana un bando in cui si legge che chi vorrà gestire il parco idropinico delle Nuove Terme per i prossimi tre anni dovrà garantire servizi di ‘caffetteria e ristorazione; turistico e ludico; promozione del sito come location per eventi anche non culturali; informazione e assistenza’.
E senza parole ci lasciano gli amministratori che su quotidiani e siti web elogiano una scelta che non ha nulla a che vedere col termalismo. Nei decenni scorsi le Terme di Stabia sono state palco di momenti di spettacolo unici ma questo non ha mai compromesso la natura dello stabilimento, quello di offrire cure termali e mescita. Se i due momenti non convivono assieme, si sta decidendo di mettere una pietra tombale solo sul termalismo. Oggi è arrivato il momento di dire la verità. La città vive una crisi lavorativa e sociale senza eguali dove una notizia raccontata meglio fa gridare alla vittoria e l’entusiasmo inebria la verità.
La verità è di stabilimenti chiusi per i quali non è stata individuata alcuna prospettiva di rilancio vera, e di un colpo subito anche dal commercio e dal settore alberghiero. La verità è che questo nostro patrimonio, mandati a casa i lavoratori, è stato lasciato nel più totale abbandono, esposto a ogni sorta di scorribanda. I due stabilimenti, per non parlare di quanto successo con le concessioni delle fonti stabiane e degli accreditamenti sanitari, hanno subito danni per alcuni milioni!Fuori i nomi dei responsabili, di chi doveva vigilare e non l’ha fatto.
Si usi la ‘forza’ anche con queste persone, non solo contro le lavoratrici e i lavoratori! Le Terme sono degli stabiesi! Ai cittadini chiediamo di esserci vicini. A chi governa di affrontare il problema in modo serio, a partire dalle scelte sbagliate. La città non ha bisogno di una decisione prepotente, arrogante, e inopportuna.
La città vuole le sue Terme. Noi e voi insieme per dire sì ad un progetto serio di rilancio del termalismo, no a servire ‘un pranzo’ che non ci piace. Noi ci siamo ancora. E voi?”.