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Appalti truccati per la manutenzione della Tangenziale di Napoli: blitz anticamorra, cinque indagati

appalti truccati tangenzialeAppalti truccati per la manutenzione della Tangenziale di Napoli: cinque persone indagate a vario titolo per turbata libertà degli incanti e intestazione fittizia di beni aggravata dalle finalità mafiose. In queste ore i carabinieri del Noe, guidati dal colonnello Ferdinando Maisto, e del Ros, diretti dal colonnello Gianluca Piasentin, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea.

L’operazione si inquadrerebbe all’interno dei una più vasta indagine che nel 2015 aveva portato a sei arresti e al sequestro dei beni di uno dei responsabili ritenuto dagli inquirenti affiliato al clan dei Casalesi, con particolare riferimento al boss Zagaria. Le indagini avrebbero accertato gravi irregolarità nello svolgimento delle gare d’appalto per l’aggiudicazione di due importanti opere di manutenzione del tronco autostradale della Tangenziale di Napoli: si parlerebbe di un volume di affari superiore a 1,6 milioni di euro.

Sarebbe inoltre emerso, nel merito degli appalti truccati, il coinvolgimento di due funzionari della Tangenziale di Napoli che avrebbero agito in modo fraudolento nella formazione degli atti di gara al fine di favorire l’impresa edile Cogepi srl. Per i dipendenti della Tangenziale sono scattati gli arresti domiciliari. Contestualmente i Ros stanno eseguendo il sequestro preventivo delle quote della Cogepi per un valore di 700mila euro.

Tra gli arrestati figurerebbero Antonio titolare della Cogepi srl, a cui sarebbe stato notificato il provvedimento in carcere perché detenuto dal 2015 e ritenuto uomo del boss Zagaria), Michele e Iolanda (ai domiciliari) Piccolo. A condurre le indagini il pm Catello Maresca. Una brutta vicenda ancora tutta da chiarire che potrebbe riservare sviluppi eclatanti. Nella ferrea convinzione che ogni individuo resti innocente sino sentenza definita contraria ci si augura che i magistrati possano fare piena luce sull’ennesima dimostrazione del potere corruttivo dei potenti e temuti Casalesi.

Un clan, come dimostra questa indagine sugli appalti truccati, che ha mani in pasta in ogni settore imprenditoriale investendo continuamente i proventi delle attività illecite in imprese sparse sul territorio nazionale e all’estero. Un segnale importante di “pulizia” lanciato dalle Istituzioni dello Stato in una parentesi storica particolarmente complessa quale quella attraversata dal Paese. Episodi di collusione e corruzione si susseguono ormai a ritmo impressionante coinvolgendo spesso alti funzionari di Enti Pubblici, politici, amministratori e “infedeli” appartenenti alle forze dell’ordine. La parola ora passa ai giudici chiamati ancora una volta a fare giustizia all’interno del complesso e caotico sistema di rapporti tra appalti e camorra.

Alfonso Maria Liguori

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