Inchiesta Consip, nessuna pratica del Csm. Orlando: “Capire se si è trattato di errori o infedeltà”

andrea orlando inchiesta consipIl Consiglio Superiore della Magistratura non aprirà alcuna pratica su quello che sembrava uno scontro tra le Procure di Napoli e Roma in merito all’inchiesta Consip. Tutto era nato da una presunta fuga di notizie che avrebbe visto protagonisti in negativo, secondo la Procura romana, i carabinieri del Noe sostituiti dai giudici capitolini con i colleghi del Nucleo Investigativo di Roma.

La Procura di Napoli, nell’ambito dell’inchiesta Consip, ha sempre sostenuto al contrario la piena fiducia nel Noe e in particolare nel capitano dello stesso gruppo Giampaolo Scafarto, nonostante i giudici di Roma gli avessero formalizzato un’accusa di falso per aver alterato alcune informative legate all’indagine Consip. “Non mi pare che si possa parlare di scontro. – ha dichiarato il Ministro della Giustizia Adrea Orlando – Il Csm non ha alcuna facoltà di intervenire direttamente. Se ci sono rilievi disciplinari è la Procura Generale presso la Cassazione e il ministero che intervengono.

Non esiste nessun caso Procura di Napoli: qui si tratta solo di capire se i fatti riportati dai media siano errori o casi di infedeltà di un ufficiale dell’Arma. Il Csm si occupa dei magistrati, non della polizia giudiziaria. La responsabilità sarebbe solo del capitano Scafarto e non coinvolgerebbe la Procura di Napoli che ha sempre riposto fiducia nel Noe”.

In pratica se qualcuno ha sbagliato, e sottolineiamo se, sarebbe stato solo un ufficiale dell’Arma e non un intero reparto, al quale indiscussa va la fiducia dei magistrati. L’opinione pubblica continua ad essere divisa tra chi vedrebbe il capitano Giampaolo Scafarto vittima di un complotto per aver toccato personaggi troppo influenti e chi invece riterrebbe l’ufficiale reo di aver cercato notorietà a tutti costi alterando volutamente i fatti.

Francamente riteniamo che un capitano dei carabinieri più volte encomiato, titolare di indagini delicatissime condotte con professionalità e costanza, uomo di fiducia dell’ex capitano “Ultimo” (attuale colonnello Sergio De Caprio famoso per aver catturato il numero uno della mafia Totò Riina) meriti ampiamente fiducia: non vogliamo essere di parte, ci mancherebbe, ma preferiamo attendere le decisioni dei giudici per parlare di eventuali responsabilità da parte della punta di diamante dei Noe (così Scafarto è stato definito dai vertici dell’Arma e dallo stesso colonello De Caprio).

Alfonso Maria Liguori

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