La struttura di via Napoli a Castellammare di Stabia, un tempo gestita da Multiservizi, fondamentale per le operazioni di raccolta e smistamento rifiuti, sarà messa in vendita il prossimo 25 maggio con base d’asta fissata a 2 milioni di euro. La decisione è arrivata dal curatore fallimentare Vincenzo Sica che, comunque, negli anni passati aveva dato il permesso di usufruire del complesso immobiliare a delle altre aziende che hanno gestito la raccolta rifiuti a Castellammare di Stabia.
“Il prossimo 25 maggio – spiega Sica – metteremo in vendita il complesso di via Napoli che un tempo era utilizzato dalla società partecipata del Comune di Castellammare di Stabia, Multiservizi. Purtroppo sono state fatte delle scelte in passato che hanno portato queste conseguenze. Con la messa in liquidazione, per esempio, si sarebbe potuto evitare che un patrimonio immobiliare come la struttura di via Napoli fosse inglobato in una società destinata al fallimento. Il Comune di Castellammare, attraverso la sua partecipata, avrebbe potuto salvare questo patrimonio, magari rivendendolo in un secondo momento, ma così non è stato”. (Il testo continua dopo il video)
“Ricavato da destinare ai creditori”
“La curatela fallimentare – ha spiegato Sica – ha trovato nel patrimonio immobiliare un bene assolutamente valido che sarà messo in vendita prossimamente. Il ricavato da questa vendita sarà destinato particolarmente ai creditori della società Multiservizi fallita nel 2014.
Non credo, comunque, che ci saranno problemi in futuro per la raccolta rifiuti a Castellammare. La nuova società, Am Technology, dal 1 febbraio, si sta già comportando diversamente usufruendo di un’altra sede per le proprie operazioni perché noi non abbiamo potuto concedere l’area di via Napoli. Quella struttura, attualmente deserta, potrà avere una diversa funzione in futuro”.
Vincenzo Sica, inoltre qualche settimana fa è stato ascoltato dai giudici nell’ambito del processo per il crac della società partecipata del Comune di Castellammare e si è soffermato sulla famosa fusione “Asm – Multiservizi” che ha visto il pagamento di “ben 180mila euro senza motivo per delle consulenze”.
Infatti, dal processo è emerso che la Multiservizi riuscì a portare a termine una fusione con un’altra società, la Asm, anche se teoricamente le consulenze così costose portate avanti dagli amministratori erano inutili perchè le due aziende avevano lo stesso socio, ovvero il Comune. Ben 180mila euro quindi sarebbero stati spesi inutilmente e sarebbero stati indirizzati tutti verso Felice Marinelli, professore universitario e commercialista (ha patteggiato una pena di un anno e mezzo di reclusione).
Gennaro Esposito