Il fratello del boss del clan Cesarano arrestato e scarcerato: aveva violato la sorveglianza speciale

I carabinieri della stazione di Pompei lo hanno però sorpreso su via Casone: era alla guida di una Fiat Punto e si aggirava per la cittadina mariana con fare sospetto

carmine inserra fratello clan cesaranoCarmine Inserra, fratello di un elemento di spicco del clan Cesarano, è stato arrestato dai carabinieri in quanto aveva violato il regime di sorveglianza uscendo dal Comune di residenza. Poche ore dopo il giudice lo ha scarcerato in quanto la violazione consisteva in poche decine di metri tra Castellammare di Stabia e Pompei.

Carmine Inserra, 34enne di Castellammare di Stabia e sorvegliato speciale, ha l’obbligo di dimora nel Comune di residenza, Castellammare appunto. I carabinieri della stazione di Pompei lo hanno però sorpreso su via Casone: era alla guida di una Fiat Punto e si aggirava per la cittadina mariana con fare sospetto.

L’uomo stato bloccato e tratto in arresto per violazione a obbligo e prescrizioni della sorveglianza speciale e tradotto ai domiciliari, dove attendeva il rito direttissimo.

Rito direttissimo che si è tenuto poche ore dopo. Il giudice del Tribunale di Torre Annunziata lo ha scarcerato perché la violazione è avvenuta per poche decine di metri.

Il sorvegliato speciale era nel suo rione in auto con un amico ma stava attraversando una strada di confine che ricade nel Comune di Pompei. Il giudice ha disposto la scarcerazione senza aggravare la misura di dimora alla quale è sottoposto.

Sorvegliato il fratello del ras del clan Cesarano

Carmine inserra è il fratello di Antonio Inserra alias ‘o guerriero, considerato uno dei capi del clan Cesarano di Ponte Persica, quartiere che sorge al confine tra Castellammare di Stabia e Pompei. Nel 2014 è finito in un blitz della polizia di stato del commissariato di Ps stabiese che ha sgominato una holding di grossisti e trafficanti di droga che agivano tra le province di Caserta e Napoli per approvvigionare le piazze di spaccio.

Stando alle indagini la marijuana proveniva dall’Albania. Durante le fasi dell’inchiesta si rese irreperibile dopo che gli agenti rinvennero nella sua abitazione 150 grammi di cannabis.

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