Domenica 30 aprile, per il sesto anno, il vescovo di Nocera Inferiore – Sarno terrà il discorso alla “città dell’Agro”. L’appuntamento è per le ore 20.30 nella cattedrale di Nocera Inferiore. Il discorso è l’occasione per parlare non solo alla chiesa di cui monsignor Giuseppe Giudice è pastore, ma a tutti coloro che vivono nei paesi della diocesi.
Per “città dell’Agro” il prelato intende “i comuni del territorio diocesano come un’unica entità, per indicare una direzione, un progetto; quasi il voler suggerire una vocazione per superare i campanilismi e tendere a lavorare per poter crescere insieme, a livello sociale e politico“.
Un territorio non molto vasto, ma densamente abitato e ricco di criticità di carattere ambientale e sociale: da Scafati con i suoi 50mila abitanti, a Corbara di 2mila anime, attraversando la città metropolitana di Napoli con i comuni di Poggiomarino e Striano.
Il discorso si rivolge prima di tutto ai cittadini e dedica particolari attenzioni agli amministratori e ai rappresentanti degli enti istituzionali del territorio.
L’iniziativa aprirà i festeggiamenti in onore di San Prisco, patrono della diocesi e della città di Nocera Inferiore. Il tema scelto per il discorso alla città del 2017 è «Alcune suggestioni dei nostri giorni nella luce del Sabato Santo».
Nel 2012 il Vescovo ha invitato l’Agro a riprendersi l’anima citando una frase evangelica molto significativa: “Quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?” (Mc 8,36). Nel 2013 ha chiesto alle Istituzioni di accostarsi ai giovani, «non per condannarli o criticarli, ma per ascoltarli e accompagnarli».
Nel 2014 ha trattato il tema della comunicazione, a volte poco rispettosa dell’altro, nel 2015 ha invitato a guardare all’Ecce homo, icona nella quale trovare la cifra per orientare e leggere i percorsi dell’umano. Lo scorso anno ha chiesto di passare dalla “solitarietà alla solidarietà”.
Il discorso sarà intervallato dall’esecuzione di alcuni brani musicali eseguiti dall’orchestra “La Paganini” fondata dal giovane maestro nocerino Pietro Sellitto.
Raffaele Massa