Un risultato non di poco conto se si considera che a Castellammare tutta l’amministrazione comunale era a sostegno della candidatura di Matteo Renzi. Sono stati circa 800 i voti per l’ex premier che hanno determinato l’ingresso nell’assemblea nazionale anche di Nicola Corrado. Sindaco, assessori, consiglieri comunali presenti e passati hanno tutti manifestato la loro preferenza per Matteo Renzi per permettere, contemporaneamente, a Corrado di raggiungere l’ambita assemblea nazionale.
Circa trenta personaggi noti della politica cittadina sono stati in grado di portare alle urne “solo” 800 persone che poi hanno manifestato il loro appoggio all’ex premier. D’altra parte, solamente due componenti dell’area riformista hanno raggiunto quota 450, più della metà dei voti che l’attuale amministrazione è stata in grado di assicurare. Nelle prime analisi post voto, quindi, il dato è chiaro: se l’area riformista fosse stata composta da qualche componente in più, probabilmente la vittoria di Renzi a Castellammare non ci sarebbe stata.
Coloro che credevano in una sorta di riappacificazione del Partito Democratico, purtroppo, si sbagliavano. I Dem escono ancora divisi da queste primarie che hanno sancito l’importanza fondamentale dell’area riformista presente in consiglio comunale con Rosario Cuomo. I numeri testimoniano la forza elettorale di questo gruppo che, nonostante ciò, rimane fedele all’amministrazione Pannullo (anche ieri, per esempio, è stato votato il bilancio senza nessun tipo di problema).
Con l’entrata nella segreteria nazionale di Nello Cuomo, risulta povero d’importanza anche tutto il successo per Nicola Corrado. Analizzando i numeri, e in parte anche gli elettori, il Pd stabiese, composto da un gruppo di oltre 30 persone che hanno ricoperto ruoli di prim’ordine a Castellammare (l’ex sindaco Cuomo, l’ex assessore D’Auria, gli ex consiglieri Ostrifate, Gargiulo, Di Nocera tra gli altri), ha raggiunto lo stesso risultato alle primarie di due soli componenti dell’area riformista, Cuomo e Sanzone. Nel prossimo futuro, quindi, ci potranno essere importanti novità sul fronte della maggioranza: l’area riformista non può essere sottovalutata, anzi.