Università dell’inciviltà, a questo è ridotto il Parco della Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia. Nei giorni a ridosso del primo maggio ignoti hanno vandalizzato il “ponticello borbonico”.
Sversamento e incendio di rifiuti, distruzione del patrimonio storico e naturalistico, crudeltà contro gli animali, consumo di sostanze stupefacenti, pericolose gare di motocross … insomma, questa nuova opera di devastazione si aggiunge e ingrassa un lungo elenco di crimini contro il patrimonio pubblico.
Il “ponticello borbonico” fu restituito alla città nell’ottobre 2015 dall’allora sindaco Nicola Cuomo che, in pompa magna e guantiera di pastarelle, sancì al cospetto di associazioni e cittadini adoranti la conclusione dei lavori di “riqualificazione degli elementi tipici del patrimonio rurale” finanziati nell’ambito dei PIRAP (progetti integrati rurali per le aree protette). La miglioria al ponticello consistette in un generico consolidamento della struttura, il rifacimento del piano di calpestio in cemento (prima era in tufo grigio napoletano) e la realizzazione di un parapetto in pali di castagno.
Proprio contro la balaustra lignea, a distanza di poco più di un anno e mezzo dall’inaugurazione, si è riversata la furia degli incivili. I pali sono stati spezzati, i supporti in ferro divelti e il tutto è stato scaraventato nel rivo sottostante. Come e perché questo ennesimo e triste episodio sia potuto capitare nel silenzio e nell’indifferenza generale sono domande che angosciano il cuore.
La risposta ai quesiti, tuttavia, non è così complessa se consideriamo che il Parco della Reggia di Quisisana è letteralmente abbandonato dalle istituzioni al proprio triste destino. Fatta eccezione per i soliti spot elettorali, buoni per ogni elezione e lo spreco di qualche corposo finanziamento pubblico, come definire altrimenti l’abbandono di un’opera appena restaurata, a nessuno importa ciò che realmente capita all’ombra dei secolari castagni del real bosco.
Per spezzare questo circolo vizioso servirebbe una mossa di coraggio dell’Amministrazione comunale. Il sindaco Antonio Pannullo, in qualità di Primo cittadino, dovrebbe fare quello che mai hanno fatto i suoi predecessori, dovrebbe andare al più vicino Commissariato di pubblica sicurezza e autodenunciarsi per aver accompagnato all’eutanasia un patrimonio nazionale e nel fare l’autodenuncia non dovrebbe dimenticare di denunciare a sua volta e per lo stesso crimine anche il Governatore della Regione Campania e il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Nell’attesa poi che la legge faccia il suo corso il Sindaco potrebbe, sempre in qualità di Primo cittadino, iniziare a gestire veramente la struttura. Il Comune di Castellammare potrebbe, ad esempio, emanare un regolamento del Parco, orario di apertura e chiusura, elenco dei diritti e dei doveri, da applicare rigorosamente; potrebbe cercare tra i dipendenti chi è disposto a svolgere lavoro di guardaparco; potrebbe chiedere al mondo del volontariato di supportare il gravoso impegno; in collaborazione con tutte le forze di pubblica sicurezza potrebbe imbastire un piano per contrastare efficacemente ogni possibile illecito.
L’alternativa è continuare ad assistere alle brillanti attività dell’Università dell’inciviltà, la tesi di laurea di quest’anno ha per titolo “Tecniche di distruzione del ponticello borbonico” quella del prossimo anno quale sarà?
Fotogallery com’era e com’è il ponticello borbonico
Ferdinando Fontanella
Twitter: @nandofnt