Torna l’incubo racket nella zona di Poggioreale: colpi di pistola contro centro estetico

Sei i fori ritrovati dagli agenti del commissariato di Secondigliano provocati, quasi sicuramente, da proiettili esplosi da una pistola modello revolver

revolver racket napoliTorna l’incubo racket nella zona di Poggioreale a Napoli: all’alba di stamane in via Stadera sono stati esplosi alcuni colpi di pistola contro la saracinesca di un centro estetico. Sei i fori ritrovati dagli agenti del commissariato di Secondigliano provocati, quasi sicuramente, da proiettili esplosi da una pistola modello revolver (non sarebbero stati ritrovati bossoli sul posto, dato che escluderebbe l’uso di armi semiautomatiche).




La titolare del centro ha dichiarato di non aver subito alcuna richiesta estorsiva o minacce di alcun genere. Al momento gli 007 della polizia non escluderebbero alcuna pista ma l’ipotesi investigativa più gettonata sarebbe quella dell’attentato intimidatorio a scopo estorsivo. Un dato è certo: il sistema starebbe ripuntando sull’odioso fenomeno estorsivo per fare cassa.

Racket per le casse vuote dei clan di camorra?

L’azione incalzante delle forze dell’ordine sul territorio nella lotta allo spaccio di stupefacenti avrebbe indebolito notevolmente il potere economico di clan alle prese con guerre intestine e conflitti territoriali con gruppi criminali rivali. Radio mala non avrebbe dubbi: gli equilibri di camorra a Napoli e nell’hinterland sarebbero saltati.

Nuove baby gang, spietate e fanatiche, contenderebbero strada per strada, vicolo per vicolo alle storiche famiglie del sistema: una vera e propria scalata al potere camorristico condotta con una violenza inaudita da parte di giovani boss poco più che ventenni e spesso già cocainomani consumati a discapito dell’età.

Nel contempo potrebbero essere messe in discussione le alleanze di un tempo che univano i gruppo di mala del centro a quelli della periferia orientale di Napoli: un quadro oltremodo complesso da decifrare anche per gli inquirenti che non farebbe presagire nulla di buono per l’immediato futuro.

Si parlerebbe di prossime scarcerazioni eccellenti di pezzi da 90 della mala partenopea: ras consolidati che potrebbero rispondere con altrettanta ferocia all’attacco delle nuove paranze iniziando l’ennesima sanguinosa guerra di camorra tra Napoli e la provincia. Resta poi da capire se questi fantomatici baby boss agiscano in reale autonomia o siano marionette nelle mani di qualche abile burattinaio vecchia conoscenza del sistema.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.