Rione Traiano, incredibile alla processione: dietro la Madonna la foto del figlio del boss ucciso

I portatori che sorreggono i drappi con l’effige della Vergine hanno reso omaggio più volte alla memoria di Fortunato Sorianiello, figlio del boss Alfredo Sorianiello

rione traiano processione boss madonnaRione Traiano, il Culto Mariano, tra fede sincera e travisata idolatria.

E’ quanto accaduto a Napoli lo scorso lunedì dell’Angelo durante una delle tante celebrazioni di fedeli che nella giornata colorano il territorio per poi ritrovarsi al Santuario della Madonna dell’Arco.




Un festa popolare, uno sforzo enorme compiuto da tanti giovani (e non) che sorreggono carri allegorici da portare in processione per i quartieri di Napoli e in provincia quale segno di devozione alla Madonna dell’Arco.

Tutto bello, a tratti anche toccante, se non si andasse oltre come capitato nel rione Traiano dove tra il suono assordante della banda i portatori che sorreggono i drappi con l’effige della Vergine hanno reso omaggio più volte alla memoria di Fortunato Sorianiello, figlio del boss Alfredo Sorianiello (alias ‘o biond e da poco condannato a 3 anni e 5 mesi per aver organizzato una “stesa” contro il clan Tommaselli ritenuto responsabile dell’uccisione del figlio), ucciso in un agguato di camorra il 14 febbraio del 2014.

Sullo stesso drappo da un lato l’immagine mariana dell’altro quello del ragazzo ucciso. Purtroppo qui emergono i limiti culturali e l’alienazione sociale di chi vive in una società parallela a quella ordinaria.

Chi mangia il pane della camorra da sempre è legato in modo scellerato alla Fede e in particolar modo alla venerazione della Madonna dell’Arco, di questa Mamma Suprema in grado di proteggere i “cattivi figli” anche da agguati e pallottole dei rivali. Non è una novità: chi conosce Napoli sa bene che anche nel Duomo e nella chiesa della Madonna del Carmine al Mercato i “guappi” di un tempo si recavano in preghiera prima di un duello o di uno scontro importante portando poi, in caso di vittoria, in dono come ex voto coltelli in oro o miniature di pistole sempre in metallo prezioso.

Ma non ci sentiamo di generalizzare perché sarebbe assurdo: ci sono tante persone, onesti lavoratori, che celebrano lo stesso culto mariano veramente a prezzo di enormi sacrifici fisici per poi tornare a lavoro alle 5 del mattino successivo al lunedì dell’Angelo.

Rione Traiano: devozione e abbandono

Quindi se da un lato l’episodio del rione Traiano è un clamoroso esempio di come si possa trasformare un atto di devozione alla Madonna in pura idolatria travisandone contenuti e spessore morale dall’altro è opportuno precisare che per chi è stato da sempre abbandonato a se stesso dalle istituzioni e dalla società il culto mariano rappresenta l’unica ancora di salvezza in un mondo apparso sin da bambini estremamente cinico e ostile.

Ovviamente la scarsa scolarizzazione e il modus operandi oltremodo violento in cui è cresciuta e viva certa gente trasforma qualsiasi manifestazione di fede, non solo la processione del lunedì dell’Angelo, in vergognosi rituali indegni di una società civile.

Ma non è sempre così: questa volta ci è sembrato doveroso compiere una distinzione tra l’onesta semplicità di chi crede in questa Grande Mamma senza arrecare danni alla società e chi invece, camorrista e disonesto, usa il culto mariano alternandone strutturalmente significato e spessore per interesse personale.

Alfonso Maria Liguori

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