Una donna, 30 anni, costretta a prostituirsi dalla suocera 65enne e dal marito 35enne. Il tutto a Pompei, la città degli scavi e del santuario, ma anche delle mille contraddizioni. Tutto viene fuori pochi giorni fa, quando i carabinieri ricevono una denuncia dettagliata, seguono un’auto e riescono a sorprendere due donne: la più anziana, M. E., alla guida, mentre accanto a lei c’è R. M., la nuora.
Stando al racconto della 30enne, la suocera la stava accompagnando da un cliente, costringendola a prostituirsi per pochi euro, soldi che sarebbero poi serviti per mantenere la famiglia. A quel punto è scattato l’arresto in flagranza di reato per sfruttamento della prostituzione.
Costretta a prostituirsi: altri episodi al vaglio degli inquirenti di Pompei
La giovane, già madre, ha raccontato anche altri due episodi avvenuti nei giorni immediatamente precedenti, quando sarebbe stata picchiata e minacciata dalla suocera se non avesse accettato di prostituirsi. Giunta dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Torre Annunziata, il collegio ha deciso di non convalidare l’arresto e di mettere immediatamente in libertà l’arrestata.
“Non esistono presupposti per l’arresto”, secondo i giudici. Non c’era stata violenza nell’ultimo episodio, la flagranza di reato per lo sfruttamento della prostituzione è considerata superflua e, soprattutto, l’indagata è affetta da gravi patologie incompatibili con il regime carcerario. Quanto basta per farla tornare in libertà. Ora, starà agli investigatori scoprire se la storia della presunta vittima sia reale e venga confermata dalle indagini, imposte ora anche dai giudici.