Ucciso per errore dalla camorra: condannati i killer del fabbro innocente Vincenzo Cardone

Uno scambio di persona fatale per la vittima innocente, che fu sorpresa dai killer proprio nei pressi del bar di via Litoranea. Il 23enne morì da innocente nella faida tra i clan Chierchia e Falanga

camorra omicidio vincenzo cardoneFabbro ucciso per errore dalla camorra: condannati i killer di Vincenzo Cardone a 19 anni dall’agguato avvenuto il 26 settembre 1998. Finalmente i responsabili dell’uccisione di un fabbro innocente hanno un nome e un volto.




Gli imputati hanno evitato l’ergastolo, ma sono stati condannati in primo grado 4 dei 5 killer di Vincenzo Cardone, 23 anni, ucciso “per errore” dalla camorra a Torre del Greco.

A sparare fu Antonio Mennella, detto ‘o picciuotto, che aveva appena avuto la “battuta” (sbagliata) da Giovanni Mennella ‘o pezzottiello (poi ucciso in un altro agguato il 17 marzo del 1999). A guidare lo scooter era Antonio Scognamiglio, alias mulignana, l’unico ancora a piede libero, arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata lo scorso luglio.

Con l’ok del boss Domenico Falanga, alias ‘a zagaglia (oggi collaboratore di giustizia), ad ordinare l’omicidio era stato Sebastiano Tutti, che voleva vendicare l’uccisione di suo fratello Santo. Scampò all’omicidio il pregiudicato Rosario Ramondo, noto come ‘o capuocchio, ritenuto tra i responsabili dell’uccisione di Santo Tutti.




Ieri mattina, il gup del tribunale di Napoli, Marina Cimma, ha emesso la sentenza di condanna per i 4 killer. Per Mennella e Falanga, oggi pentiti, è arrivata la pena a 12 anni ciascuno di reclusione, come richiesto dalla pm Maria Di Mauro. Hanno evitato l’ergastolo, invece, il mandante Tutti e Scognamiglio, entrambi condannati a 30 anni di reclusione. Proprio Scognamiglio, l’ultimo ad essere incastrato dalla Dda, ha confessato e ha chiesto scusa nell’ultima udienza del processo, dicendo di essersi “accorto troppo tardi dell’errore di persona”.

A mandare in confusione i killer della camorra fu lo scooter

Un altro “cold case” è stato risolto a distanza di anni. A mandare in confusione i killer fu lo scooter in sella al quale viaggiava il giovane fabbro. Il 23enne l’aveva prestato per un paio di giorni a Ramondo, che proprio quel giorno gliel’aveva restituito.

Uno scambio di persona fatale per la vittima innocente, che fu sorpresa dai killer proprio nei pressi del bar di via Litoranea frequentato dall’obiettivo designato: 5 colpi calibro 7,65 ammazzarono a sangue freddo Vincenzo Cardone, morto da innocente nella faida di camorra tra Chierchia e Falanga. Per i genitori e i fratelli, costituiti parti civili al processo, è arrivato il riconoscimento dei danni.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano