Castellammare e i paesi vicini tutti in coda alla Gori di Castellammare.
Con l’arrivo delle nuove bollette, la storia si ripete. Tutti si affollano in via Virgilio a lamentare, a rimostrare, a confrontare la lettura del contatore con la stima riportata dalla Gori.
A tutto ciò si unisce il normale e già importante flusso di utenza che si reca allo sportello della Gori di Castellammare di Stabia.
Quello che in questi giorni, però, si verifica è un disservizio del personale addetto che, come sempre, non si mostra pronto a confrontarsi con un numero lievitato di richieste.
Non appena il normale numero di clienti a cui dar informazioni, rispondere o risolvere un qualsivoglia problema aumenta, ecco la coda, ecco le ore di attesa, ecco che la Gori va in confusione.
E’ dall’inizio della settimana, almeno, che la brutta abitudine va avanti. Come dimostrano gli scatti allegati, la sola richiesta di una qualsiasi informazione comporta per l’utente una fila di almeno tre ore. A meno che non ci si piazzi all’alba fuori agli uffici sperando che qualche altro non abbia avuto la stessa idea anticipandosi pure di qualche mezz’ora
La stessa colonnina che distribuisce la numerazione progressiva e che incanala l’utenza ai vari sportelli a seconda del servizio chiesto non è in funzione. L’addetto che in giorni di magra si incrocia all’ingresso e che aiuta il cittadino a socializzare con la colonnina eliminacoda dà numeri in base alla richiesta, in questi giorni è barricato nell’edificio, segregato con i dipendenti, a porte chiuse.
La folla fuori organizza l’ordine di ingresso in maniera spartana, alla buona, segnando il proprio cognome su un foglio volante, sì da dare un ordine di ingresso alla coda. Ogni tanto, tipo ogni venti minuti, il famoso giovane che aiutava l’utente con la colonnina, sbuca fuori, legge i successivi tre barra quattro nomi della lista volante affissa all’esterno, e li invita ad entrare.
La gente accalcata fuori alla Gori di Castellammare aumenta durante le ore. Aumenta la noia e l’impazienza. Si inizia ad essere intolleranti verso chiunque si avvicini solo alla porta di ingresso, ovviamente chiusa, senza aver firmato il foglio che raccoglie l’ordine di entrata. I battibecchi non mancano, l’educazione è messa a dura prova.
“Il foglio sta là, e che ne so io che dovete chiedere un’informazione? Mo stiamo tutti qua da ore a farvi chiedere informazioni!”. Storie comuni di gente normale. Perché il disservizio qua è normalità, la fila qua è comune. Nulla di nuovo.
Anna Di Nola