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Omicidio del gioielliere: Gala ucciso con un colpo alla testa. Forse conosceva i suoi assassini

omicidio del gioielliere maranoSviluppi nelle indagini sull’omicidio del gioielliere Salvatore Gala, trovato morto ieri mattina all’interno del suo negozio nella centralissima via Merolla a Marano. Il delitto sarebbe avvenuto presumibilmente all’orario di chiusura: il corpo senza vita di Gala sarebbe stato scoperto da un vicino di negozio che avrebbe avvertito la madre e la sorella della vittima.




I carabinieri, giunti successivamente sul posto, avrebbero ritrovato Gala immerso in un lago di sangue. A uccidere il gioielliere un colpo di pistola sparato alla testa da distanza ravvicinata da qualcuno che forse Gala conosceva: l’ipotesi più gettonata dagli inquirenti è che il gioielliere, attardatosi nel negozio, sia stato raggiunto da persone conosciute a cui avrebbe senza problemi aperto la porta d’ingresso.

Salvatore Gala, divorziato e con una figlia, era conosciuta a Marano come “Maurizio”. Al momento gli 007 dell’Arma sembrerebbero non volersi sbilanciare: potrebbe trattarsi di una rapina architettata da gente nota alla vittima (il particolare della cassaforte trovata vuota avallerebbe tale ipotesi) o di un raid punitivo con finta rapina inscenata per confondere gli investigatori.

Omicidio del gioielliere: indagini sul passato della vittima

I carabinieri starebbero indagando sul passato di Gala e sulle sue frequentazioni: i filmati delle telecamere posizionate all’esterno del negozio potrebbero essere rilevanti ai fini dell’identificazione dei responsabili e del reale movente del delitto. La Scientifica starebbe analizzando ogni possibile traccia lasciata nella gioielleria con la massima attenzione: si cerca qualche indizio che possa tradire gli aggressori, una traccia che possa ricondurre all’identità degli stessi.

La stretta riserva mantenuta dai carabinieri confermerebbe la complessità di indagini che potrebbero prendere una svolta inattesa. Troppi dubbi ancora tra gli inquirenti e particolari da chiarire in una brutta vicenda che ha scosso fortemente la comunità di Marano. Della serie: ancora sangue nell’hinterland partenopeo, ancora vite spezzate dal metallo di un proiettile.

Alfonso Maria Liguori

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