Narcos in barca a vela: il Riesame scarcera i fratelli Maurelli e Del Sole

Le accuse riguardano quantità industriali di stupefacenti destinate ad approvvigionare le piazze di spaccio della provincia partenopea (e non solo)

narcos barca a vela scugnizzaInchiesta sul narcotraffico in barca a vela: scarcerazione a sorpresa per i fratelli Raffaele e Giuseppe Maurelli, gli imprenditori stabiesi residenti a Scafati che avrebbero creato una rete di insospettabili legati al traffico internazionale di stupefacenti.

Libero anche Paolo Del Sole, originario di Torre del Greco e titolare di una concessionaria d’auto a Scafati. Un mare di cocaina proveniente dal Sudamerica e destinata a rifornire i clan dell’hinterland vesuviano e stabiese. Addirittura l’organizzazione si sarebbe avvalsa di una barca a vela per spostare la droga.




Il Tribunale del Riesame ha accolto le richieste del collegio difensivo: i 2 fratelli sono tornati in libertà per l’inutilizzabilità delle dichiarazioni rese ai giudici da un narcos pentito e da alcuni atti di indagine prodotti fuori termine. Ottima la strategia difensiva adottata dagli avvocati che rischia di mettere in crisi l’intero quadro accusatorio costruito dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli.

Narcotraffico in barca a vela: sulla “Scugnizza” quintali di cocaina

L’Antimafia dopo un articolato lavoro di intelligence era riuscita a individuare il traffico di droga dal Sudamerica alla Campania per un volume d’affari di decine di milioni di euro. Tra gli indagati anche lo stabiese 46enne Bartolo Di Massa e gli spagnoli Aldo e Francisco Lopez che il 24 luglio del 2014 furono fermati sulla barca a vela “Scugnizza” che trasportava un ingente quantitativo di cocaina, nello specifico 680 kg. divisa in panetti da 1 kg.

Proprio l’episodio dell’enorme sequestro di cocaina a boro del natante Scugnizza segnò l’inizio dell’inchiesta che ha portato all’arresto (e attualmente al rilascio) dei fratelli Maurelli e di Paolo Del Sole. Quantità industriali di stupefacenti destinate ad approvvigionare le piazze di spaccio della provincia partenopea (e non solo): si sarebbe solo agli inizi di un’articolata vicenda giudiziaria che potrebbe portare presto a coinvolgimenti eccellenti e all’identificazione dell’esercito di fiancheggiatori, corrieri, distributori e pusher alla base di questa piramide criminale.

Colombia, Venezuela, Spagna: queste le tappe seguite dalla barca a vela sulla quale furono arrestati Aldo e Francisco Lopez con più di 600 kg di stupefacenti. Proprio in Spagna scattò il blitz della squadra mobile di Napoli, in collaborazione con l’Unidad de Drogas Y Crimen Organizado di Madrid che portò alla cattura dei Lopez e di Bartolo Di Massa.

Alfonso Maria Liguori

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