Emergenza sicurezza a Scafati. Ad accendere i riflettori sulla delicatissima questione l’ex consigliere comunale Angelo Matrone. “Lo Stato ci tuteli – ha dichiarato Matrone – e se il caso vengano anche i militari dell’esercito a pattugliare le nostre strade.
Abbiamo veramente paura: nel tardo pomeriggio di giovedì una signora per bene, una mamma nostra concittadina è stata minacciata con la pistola da due delinquenti mentre attendeva in auto l’arrivo della figlia. Fortunatamente è intervenuta una pattuglia dei carabinieri che si trovava in transito nella zona”.
Accorate le parole di Matrone che evidenziano un disagio che compromette seriamente la qualità di vita dei residenti. Matrone ha inoltre ribadito la necessità di avere un commissariato di polizia a Scafati: insufficiente infatti il numero di operatori dell’ordine impegnati nel monitoraggio di un paese in cui ormai furti, rapine e aggressioni sono all’ordine del giorno, soprattutto nella zona periferica.
“Scafati è e deve essere – ha precisato Matrone – una città di pace non di guerra. Non permettiamo a nessuno di trasformarla in far west. Se è necessario venga anche l’esercito: è assurdo continuare a vivere in questo modo. Lo Stato dia risposte concrete alla gente di questa terra”.
Scafati: scuotere le coscienze
Parole forti che speriamo possano scuotere le coscienze di chi governa centralmente questa nostra Italia. Il danno sull’immagine e la credibilità dei luoghi è incalcolabile: come chiedere ai giovani di investire su un territorio che non può garantire sicurezza e qualità d’esistenza ai propri figli.
La questione è delicatissima: purtroppo l’inoccupazione, ormai endemica nell’hinterland vesuviano, favorisce enormemente il verificarsi di incursioni violente da parte di balordi senza scrupoli nei confronti di onesti cittadini. Per pochi euro, un cellulare o un monile d’oro si è capaci di uccidere. Della serie: Scafati chiede aiuto allo Stato, adesso tocca alle istituzioni centrali raccogliere l’appello della comunità e correre ai ripari in tempi utili.
Alfonso Maria Liguori